Cucina emiliana creativa, nipponica o fine dining argentino. Nel 2025 Milano continua a sorprendere con una panoramica gastronomica unica.
Ecco dunque la selezione di Italian Gourmet dei ristoranti da provare a Milano nel 2025 per andare a colpo sicuro. Il nuovo anno si presenta già ricco di novità nel panorama culinario meneghino, ma sono tanti anche i ristoranti ormai consolidati che meritano di essere scoperti o riscoperti. Tra aperture recenti e indirizzi storici, la città offre una varietà di esperienze gastronomiche che soddisfano ogni gusto e curiosità.
Che sia la prima volta o che vogliate tornare in un luogo del cuore, questi ristoranti, così diversi tra loro, hanno un unico filo conduttore: vi faranno stare bene sia a pranzo che a cena.
Dalle novità di Sandì e CasaNori, all’opulento stupore di Porteno Gourmet, ecco gli indirizzi da provare a Milano il prossimo anno.
I ristoranti da provare a Milano nel 2025
Sandì (Abruzzi)
Laura Santosuosso, chef che arriva dalla recente esperienza di Remulass, inaugura il ristorante Sandì in via Hayez insieme a Denny Mollica, compagno di vita e sommelier.
Il locale è costellato di dettagli di design e vintage.
Con menu stagionali che cambiano ogni settimana, Sandì propone a pranzo una formula fissa e, la sera (aperto a cena solo il venerdì, che avanti!), piatti ricchi e conviviali con un focus sui vegetali. La carta vini curata da Denny completa l’esperienza.
Da provare perchè: la cucina di Santosuosso celebra la tradizione modenese reinterpretando in chiave sostenibile i piatti della memoria familiare.
Iyo Restaurant (Sempione)
Iyo ha riaperto da alcuni mesi nella storica sede di via Piero della Francesca 74, presentandosi con un restyling ambizioso che ha fissato nuovi standard nella ristorazione nipponica contemporanea.
Primo ristorante d’ispirazione giapponese in Italia a conquistare una stella Michelin, Iyo si è sempre distinto per la capacità di ridefinire l’alta cucina attraverso un’evoluzione continua, guidata dalla visione innovativa del fondatore Claudio Liu.
Il ristorante propone un menu ampliato e ricercato, dove accanto al sushi trovano spazio piatti come il kakuni di wagyu, cotto lentamente a bassa temperatura, e le capasante al vapore con emulsione di yuzu.
L’introduzione del banco robata permette cotture a fuoco vivo, che valorizzano proposte come il maialino iberico glassato o il branzino alla fiamma servito con salsa ponzu. Sotto la guida dell’executive chef Simone Tricarico, affiancato da Katsumi Soga e Luca De Santi, il menu celebra l’essenza delle materie prime con piatti dal forte impatto visivo e gustativo.
Il design, curato con Lai Studio e supervisionato dallo stesso Liu, utilizza materiali pregiati come marmo Patagonia e legno, arricchiti da tecnologie avanzate per ottimizzare illuminazione, acustica e qualità dell’aria. Gli 800 mq rinnovati includono due nuove sale privatizzabili e un lounge bar esclusivo, offrendo un’esperienza che combina empatia, condivisione e attenzione sartoriale al cliente.
Da provare perchè: è possibile vedere coi propri occhi un esempio di equilibrio perfetto. Il locale ampio non scalfisce la cura del dettaglio e la coccola puntuale all’ospite . Il lusso c’è, palpabile quanto discreto. Nell’ambiente ma anche in piatti che volano sempre più alto. Si riconosce su tutto la firma di Claudio Liu, spesso, spessissimo in sala, da perfezionista quale è.
Sine by Di Pinto (Porta Vittoria)
Sine è la casa dello chef Roberto Di Pinto, fresco di stella Michelin.
Un luogo in continua evoluzione in cui salone principale, sala privata e chef’s table strizzano accolgono impeccabilmente gli ospiti, pronti per un viaggio culinario che tocca Milano, Napoli e persino Oriente.
Da provare perchè: Di Pinto è un vulcano, incapace di fermarsi. Per questo la sua cucina è ogni volta un’esperienza e, se possibile, ogni volta migliore.
El Porteño Gourmet (Duomo)
Ambiente posh quanto basta, in coerenza con gli altri locali del gruppo, El Porteño Gourmet è capace di stupire proprio a pochi passi dal Duomo.
Qui le specialità argentine e l’ottima carne alla griglia incontrano la fantasia dello chef Matteo Torretta. Il personale di sala è cortese e puntuale senza mai essere invadente, i piatti opulenti e di grande gusto. Ci si diverte (perfetto per occasioni speciali!) soddisfacendo il palato.
Da provare perchè: gli ingredienti pregiati sono usati con sapienza dallo chef Torretta e le papille ringraziano. Così i migliori tagli di carne incontrano caviale, foie gras, tartufo e Pata Negra.
CasaNori (Isola)
CasaNori si distingue per un menu dedicato agli hand roll. Accanto ad essi il ristorante propone una selezione di piatti giapponesi iconici come gyoza, miso soup e sashimi, con l’opzione omakase per chi desidera lasciarsi guidare dall’ispirazione degli chef.
Qui, in zona Isola, Kato Shozo e Masako Sato, maestri della cucina giapponese con oltre 40 anni di esperienza, portano la loro arte.
Da provare perchè: la maestria e l’eredità preziosa di Tomoyoshi Endo torna ora a vivere in una location contemporanea.
Orsetto d’Abruzzo (Farini)
Orsetto d’Abruzzo, aperto pochi mesi fa a Milano in via Valtellina, porta nel quartiere Farini la vera cucina abruzzese grazie a Domenico Ciotti. I
l ristorante propone piatti tradizionali, come il Timballo Abruzzese e gli arrosticini cotti alla brace, preparati con materie prime regionali come carne, formaggi e verdure. Un concept nato a Bologna che celebra la genuinità e i sapori dell’entroterra abruzzese, in un’atmosfera conviviale e con ottimi prezzi.
Da provare perchè: l’ambiente è genuinamente autentico. I dettagli folcloristici non sono mai forzati. Inoltro per gli arrosticini vale il detto “uno tira l’altro”.
Lubna (Fondazione Prada)
Lubna, listening restaurant bar firmato dalla squadra di Moebius, è il nuovo cuore pulsante meneghino, a breve distanza da Fondazione Prada.
Con la cucina su fuoco dello chef Enrico Croatti, fresco di stella Michelin per Moebius Sperimentale, e i cocktail innovativi di Giovanni Allario, Lubna offre un’esperienza sensoriale unica.
Completano il progetto Magma, spazio eventi modulabile fino a 1000 persone, e Scaramouche, galleria d’arte che ospita artisti internazionali ed emergenti.
Da provare perchè: riesce a dare un’idea ben chiara dell’internazionalità a cui Milano mira. In tavola e non solo.
142 Restaurant (Porta Genova)
Questo ristorante è davvero un’eccellenza che ha saputo imporsi con garbo nel quartiere.
Merito di una cucina di grande gusto, soprattutto di pesce, e di un’ottima pasticceria. Tutto questo ha un nome: Sandra Ciciriello, titolare e anima del 142 Restaurant.
Da provare perchè: per il 2025 è prevista una vera e propria rivoluzione in cucina che saprà sorprendere.
Gesto (Porta Venezia)
Nel cuore di Porta Venezia, è l’indirizzo perfetto per chi cerca un’esperienza che unisce cucina, cocktail e musica. Dopo un restyling completo, si presenta come un locale cosmopolita che reinterpreta l’anima mediterranea.
Con una cucina guidata dal Resident Chef Daniele Lodigiani e il tocco di David Fiordigiglio, il menu spazia tra tradizione italiana e innovazione, includendo tapas condivisibili e piatti gourmet. La Cocktail House, diretta da Alessia Bellafante, offre drink sofisticati, mentre il Listening Club propone dj set su vinile e serate di qualità. Eleganza, gusto e intrattenimento in un unico luogo.
Da provare perchè: ci si diverte in un ambiente glamour capace di farce centro anche nel gusto. Non solo apparenza, anche parecchia sostanza.
Hosteria Sauris (Cimiano)
In una traversa di via Padova, questo ristorante propone una cucina friulana sempre ben eseguita in un ambiente accogliente e piacevolmente informale. La carta dei vini è attenta, con qualche chicca sofisticata e per nulla scontata. Allo stesso modo viene selezionata con attenzione la materia prima dalla cucina, a partire da un incredibile prosciutto di Sauris. Il personale è sempre cortese.
Da provare perchè: a Milano non è scontato mangiare con grande gusto. Con prezzi molto onesti, lo è ancora meno.
In apertura: Iyo Restaurant
a cura di Simone Zeni
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