In oltre mezzo secolo di storia, Agrimontana ha raggiunto traguardi importanti in Italia e all’estero, continuando ad evolvere e migliorare attraverso ricerca, tradizione, impegno per l’ambiente e una vicinanza costante ai professionisti.
Ha festeggiato il primo mezzo secolo con linee e impianti 4.0, nuovi strumenti digitali di lavoro e progetti concreti per continuare a far crescere quel sogno che si chiama Agrimontana e che, insieme al suo distributore estero Agrimontana International, sviluppa un fatturato di circa 50 milioni di euro, dando lavoro a 110 persone, e con presenza in 25 Paesi.
Ma Agrimontana è prima di tutto una famiglia; una impresa che, iniziata 52 anni fa, è andata lontano senza perdere lo spirito del fondatore, Cesare Bardini. Una impresa tutta italiana, solida e longeva, che nel corso dei decenni ha raggiunto risultati notevoli in patria e all’estero, nei mercati più attenti alla qualità e al prodotto di alta pasticceria. Oggi alla guida dell’azienda ci sono il fratello Enrico – Presidente e responsabile della visione Agrimontana in Italia e all’estero – e i figli del fondatore, Luigi e Chiara, che condividono la Direzione Generale, rispettivamente per lo sviluppo commerciale-finanziario e per la produzione e ricerca del gusto più autentico.
Le regole dell’eccellenza secondo Agrimontana
Agrimontana è riconosciuta, in Italia e all’estero, per la qualità dei suoi marrons glacés, per i canditi, le confetture e marmellate, le paste pure e le creme spalmabili. Una qualità che è il risultato di azioni concrete e scelte quotidiane guidate, da sempre, dai medesimi principi: una combinazione di natura, territorio, materie prime selezionate, saper fare e tecnologia. Obiettivo, la ricerca della massima qualità, nella tutela dell’ambiente e delle sue risorse. Imprescindibile è la volontà di migliorarsi sempre tramite l’innovazione dei processi e, conseguentemente, dei prodotti.
– Rispettare al massimo la materia prima, assecondando la natura: è questo il modo migliore per offrire prodotti di qualità, ricchi di sapore, che conservano intatte tutte loro le proprietà nutritive e sensoriali. La lavorazione e la trasformazione di materie prime pregiate e selezionate con passione e competenza è possibile grazie a un processo che unisce alta tecnologia a manualità esperta, nel rispetto della naturalità e dell’ambiente in ogni fase di lavorazione, e non solo all’interno dello stabilimento produttivo.
– Valorizzare la biodiversità grazie all’esperienza diretta con generazioni contadine, alla scelta di cultivar elette, fonte sempre di nuovi stimoli e nuove sfide.
– Esaltare il gusto, con lavorazioni manuali che escludono l’uso di additivi e un’artigianalità che si esprime in ogni fase della lavorazione, fino alla cura minuziosa del packaging per il prodotto finito.
– Raccontare e dare valore al territorio, alle varietà, al patrimonio agricolo e forestale. Cultivar come la “Nocciola del Piemonte I.G.P.”, il “Limone Costa d’Amalfi I.G.P.”, la mela varietà Annurca Campana I.G.P., l’albicocca Tonda di Costigliole, la mela Granny Smith del Trentino Alto Adige e il Marrone Chiusa di Pesio ne sono la prova tangibile.
– Impegnarsi concretamente nella tutela dell’ambiente: una responsabilità che l’Azienda, all’avanguardia nella tutela dell’ecosistema, sente in modo particolare in virtù della sua posizione geografica privilegiata all’interno dell’area protetta del Parco Fluviale Gesso e Stura. Le azioni sono numerose: materie prime provenienti da filiera nota, certificata e tracciabile, l’adozione di pratiche per un consumo sostenibile e responsabile dell’energia tramite un impianto fotovoltaico di ultima generazione. E poi un sistema di trattamento dell’acqua volto alla riduzione dei consumi delle risorse idriche pubbliche e un impianto di recupero e raffreddamento delle acque impiegate per gli usi non alimentari. Infine, ma fondamentale, la scelta di privilegiare packaging riciclabili.
– Essere sempre al fianco dei professionisti, con costanza e continuità, sempre nel rispetto dei valori che la contraddistinguono e sensibile alle aspettative dei propri clienti. In Agrimontana il contributo di chef, pasticceri e gelatieri è fondamentale e funzionale al raggiungimento dell’equilibrio fra gusto, struttura, applicazione e versatilità, che determina il successo di ogni prodotto. Uno scambio reale, che origina idee, progetti e nuovi prodotti che permetteranno ai maestri della pasticceria, gelateria e arti bianche di offrire a loro volta gusti sempre autentici ed esperienze sensoriali superiori.
A tu per tu con… Luigi Bardini, Direttore Generale Agrimontana
Come si è modificata secondo voi la pasticceria in questi 40 anni?
«La pasticceria è molto cambiata negli ultimi 40 anni: in Italia, complice anche una comunicazione facilitata fra Paesi diversi, fra professionisti e con il pubblico, l’orizzonte si è ampliato e molte realtà si sono arricchite di stimoli venuti da altrove, pur rimanendo vicini alla tradizione. Negli ultimi anni, poi, l’attenzione verso il settore è esplosa, le competenze del consumatore sono cresciute e così anche le aspettative. Oggi, oltre che nel gusto, il professionista investe in tecnicità, immagine ed estetica».
Come avete risposto a questa evoluzione?
«Rimanendo al fianco dei professionisti, raccogliendo i loro stimoli, accompagnandoli con ingredienti versatili e rispondenti alle loro esigenze, senza compromessi sulla qualità. I nostri clienti sono spesso veri e propri partner, in quanto parte di una filiera virtuosa e circolare dove gli attori lavorano mano nella mano per far crescere il settore. Interveniamo come anello di congiunzione fra il mondo agricolo e l’alta pasticceria, e citerei in quest’ottica il lavoro fatto sul “Limone Costa d’Amalfi I.G.P”, l’albicocca Pellecchiella del Vesuvio e, ormai, la filiera del cacao».
Qual è la vostra visione del dolce di domani?
«Viviamo in un mondo globalizzato, che paradossalmente esalta ancora di più il carattere fondamentale del legame con il proprio territorio. La pasticceria può spaziare con l’offerta dalla mattina alla sera, con proposte ad hoc per i diversi momenti di consumo. Il dolce di domani sarà ambasciatore del territorio e delle filiere ovunque nel mondo, fortemente emozionale sul piano visivo e gustativo, vicino anche alle esigenze alimentari di oggi, pur rimanendo momento di trasgressione, spiegato e raccontato in ogni dettaglio come già 59 è abitudine nell’alta ristorazione».
a cura di Redazione Italian Gourmet per Agrimontana
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