In Giappone vengono rispettati, valorizzati e quasi venerati. Considerati veri e propri Tesori Viventi. Perché depositari di un saper fare raro e prezioso. E anche in Francia sono tenuti in grande considerazione, chiamati MOF: Meilleurs Ouvriers de France. Sono gli artigiani. A cui finalmente anche l’Italia ha deciso di dar visibilità. Istituendo il riconoscimento MAM – Maestro d’Arte e Mestiere per dedicarlo a tutte le “mani intelligenti” del Bel Paese, artefici di quella grande bellezza che si vede, si tocca, si ascolta, si mangia e si annusa. Un premio inedito, promosso dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte in collaborazione con Alma, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Un suggello alla creatività e alla costruttiva manualità, che avrà cadenza biennale (la seconda edizione è infatti prevista nel 2018) e ha già visto la nascita di un simbolico Libro d’Oro dell’Eccellenza Italiana. Dove sono stati raccolti i primi 75 MAM, laureati (dopo essere stati "valutati" da una Commissione di Esperti) nel salone d’onore de La Triennale di Milano.
Settantacinque uomini e donne provenienti da nord e da sud che hanno saputo eccellere nei diversi settori dell’artigianato artistico: dalla ceramica alle calzature, dal restauro all’arredo, dalla floricoltura al fumetto, dalla nautica alla sartoria, non certo dimenticando l’enogastronomia. In cui sono stati eletti tredici ambasciatori del savoir-faire nazionale. E se per la cucina e la pasticceria non potevano mancare due augusti re del buon creare quali Gualtiero Marchesi e Iginio Massari, altri paladini della cultura tricolore si sono fatti notare. Voilà Paolo Basso per la sommellerie, Gino Sorbillo per il comparto pizzeria, Ezio Marinato per arte bianca, Sergio Dondoli per la gelateria, Claudio Corallo per il cioccolato e Giulio Signorelli per i formaggi. E se per la norcineria si è distinto Aldo Iacomoni, per la macelleria ha trionfato Michele Martini. Mentre per la sala è diventato “maestro” Alessandro Tomberli (dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze), per l’accueil d’hotel Diego Masciaga e per la miscelazione Dom Costa.
E a testimonianza di un saper fare capace di durare nel tempo, i MAM hanno ricevuto un oggetto tangibile: una fusione in bronzo realizzata su bozzetto dell’artista Francesca Muscianesi della Scuola dell’Arte della Medaglia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Una rappresentazione real-allegorica della fantasia e del talento, evocati in una figura femminile (emblema dell’Italia e del pathos creativo), ornata da una collana di fiori di corbezzolo, che regge una stella a sette punte (metafora d’armonia e ricerca). In un gesto in grado di sottolineare l’abilità umana nel plasmare e domare la materia.
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