Vitigni e visioni. Sa valorizzare il saldo legame che il vino ha con la terra, non dimenticandone lo slancio verso il futuro, Bottiglie Aperte. Che torna a Milano per la sua quinta edizione: dall’1 al 3 ottobre (dalle 10.30 alle 19) al Palazzo delle Stelline. Sulla ribalta? Oltre 150 cantine. In assaggio? Più di 700 etichette. Per una tre giorni all’insegna dell’enologia 2.0. Il tutto voluto e organizzato da Federico Gordini, già ideatore di eventi di successo.
Una manifestazione da vivere e da scoprire sorseggiando. Liberamente, ossia creandosi un personale percorso di degustazione. Oppure seguendo una serie di masterclass e di tasting verticali, alcuni capitanati dal sommelier campione del mondo Luca Gardini e da Andrea Grignaffini, giornalista e direttore creativo di Spirito Divino. Per incontri ravvicinati con il Barolo e il Brunello, con i nettari di Bolgheri e Riparbella, con lo Champagne e vini alsaziani, nonché con madame Marina Cvetic, dea ex machina delle tenute abruzzesi Masciarelli.
Senza trascurare i momenti di dibattito e i workshop, il Wine Style Award e il Wine List Award. Il primo per premiare l’azienda con la miglior immagine coordinata. Il secondo per incoronare quei locali capaci di distinguersi per la particolare carta dei vini. Ma non finisce qua. Visto che la kermesse se ne va per la città, grazie a Fuori Bottiglie Aperte. In pratica: ogni cantina viene abbinata a un locale o a un ristorante. Per una serie di saporiti appuntamenti ad hoc. Pardon, a doc.
Il biglietto giornaliero costa 35 euro, il pacchetto da due giorni ha un prezzo di 60 euro e quello di tre giorni 75 euro. Le verticali vanno dai 20 ai 40 euro. Il ricavato verrà devoluto a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
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