La famiglia Brazzale è nel mondo del latte da quasi due secoli e mezzo e rappresenta la più antica azienda italiana del settore, in attività ininterrotta da almeno otto generazioni. Negli ultimi anni ha conosciuto una nuova evoluzione e ha fatto il suo ingresso anche nell’ambito professionale.
Brazzale è la più longeva azienda lattiero casearia italiana, attiva senza interruzioni almeno dal 1784, ma esistono documenti che attestano l’attività già dalla metà del ‘600.
La famiglia Brazzale, originaria dell’altopiano di Asiago, scende dal Monte di Calvene a Zanè nel 1898 per avvicinarsi a Thiene, importante centro di mercato e di logistica ferroviaria.
Negli anni ‘20 del Novecento costruisce il primo burrificio industriale con macchine confezionatrici e celle frigorifere, utilizzate anche dagli ospedali del comprensorio. Tra le due guerre, oltre alla storica produzione di burro, il Burro delle Alpi, la famiglia inizia la stagionatura e commercializzazione dei formaggi grana piacentini e lodigiani, che per prima inizia a produrre nel Veneto da dopo la Seconda guerra mondiale. Nel 1954 fonda il Consorzio del Grana Padano e in quegli anni realizza il nuovo burrificio industriale di Zanè.
Nel 1968 i Brazzale realizzano il grande caseificio da grana a Campodoro (PD), con annesso allevamento suinicolo. Le attività crescono costantemente in Italia e all’estero e le generazioni si susseguono.
La svolta degli anni 2000 fino a oggi
All’inizio degli anni 2000 i fratelli Gianni, Roberto e Piercristiano Brazzale prendono il controllo del gruppo e realizzano un piano di internazionalizzazione. Danno il via ai progetti Gran Moravia, in Repubblica Ceca, e “Ouro Branco-Silvipastoril” in Brasile. Nel 2002 realizzano la fusione delle attività industriali con la famiglia di Antonio e Roberto Zaupa di Monte di Malo, specialisti nelle paste filate.
Oggi il gruppo impiega oggi circa 1000 addetti, dei quali la metà in Italia, il triplo rispetto al 2000. Raccoglie circa 250 milioni di litri di latte all’anno, produce circa 40mila tonnellate di prodotti finiti, esportati in oltre 60 Paesi nel mondo. Ha creato una propria catena di vendita al dettaglio di 25 negozi per 1,5 mln di clienti ed esercita l’attività in 10 stabilimenti tra Italia, Repubblica Ceca, Brasile e Cina.
Di recente ha rafforzato la sua presenza nell’alto vicentino con l’apertura del più grande polo di stagionatura robotizzato al mondo per formaggi grana, del nuovo impianto di burri speciali di Cogollo del Cengio e del centro logistico di Marano Vicentino.
«Brazzale rappresenta un caso unico in Italia di azienda lattiero casearia fortemente innovativa, perfino rivoluzionaria, capace di espandere la propria catena produttiva fuori dalle corporazioni nazionali su scala internazionale mantenendo fortissimo radicamento e creazione di valore locali, con lo sviluppo di nuovi prodotti evoluzione della tradizione», dichiara Giovanni Brazzale, responsabile produzione burri per la pasticceria.
Primati di sostenibilità
Nel 2011, il gruppo Brazzale ha creato la prima Filiera Ecosostenibile certificata, nel 2013 ha quantificato per prima il Waterfootprint, nel 2018 ha raggiunto, per prima nel settore, la neutralità di carbonio grazie alla piantagione di 1,5 milioni di alberi sui propri terreni in Brasile.
Con la scienza verso nuovi sviluppi naturali
Nel 2021 Brazzale ha creato il dipartimento scientifico tecnologico Brazzale Science Center assieme all’Università Statale di Milano. Grazie anche all’apprezzamento internazionale del modello Brazzale, il dottor Piercristiano, responsabile tecnologico del gruppo, è stato eletto nel 2020 presidente della Federazione Mondiale del Latte FIL-IDF, la prima volta per un italiano, e Gian Battista è presidente nazionale di Assocaseari.
«Riportare la naturalità e l’integralità degli ingredienti al centro. E lo si può fare adottando un approccio scientifico, accessibile a tutti in un’ottica di ri-educazione alla valorizzazione dei microelementi che costituiscono il latte e, di conseguenza, i suoi derivati, così numerosi ma non maturi. Ciò che fatalmente si considera ormai maturo è invece solo in attesa di essere riconsiderato in un’ottica nuova, mediata da nuove sensibilità ed esigenze che possono essere il driver di nuovi sviluppi» conclude Giovanni Brazzale.
Parola a Giovanni Brazzale, responsabile produzione burri per la pasticceria
Come si è evoluta, secondo voi, la pasticceria e come avete risposto a questa evoluzione?
«Un felice incrocio ha riportato il burro al centro della strategia Brazzale e anche nei laboratori dell’alta pasticceria. Lo sviluppo di questo settore, la crescita dei suoi protagonisti e le sfide internazionali richiedono oggi al pasticcere molto più impegno, visione e cura del dettaglio. Differenziarsi è sicuramente il primo obiettivo, che passa anzitutto da una revisione costante di processi e materie prime, che devono essere sempre più performanti e, al tempo stesso, sempre più preziose e naturali. È su questo terreno che abbiamo lavorato al servizio della pasticceria, cercando e trovando personaggi di altissimo profilo, capaci non solo di interpretare prodotti naturali e speciali come i nostri, ma anche di riconoscerne il valore. Siamo orgogliosi dei pasticceri con cui lavoriamo: ci siamo cercati e ci siamo trovati».
Qual è la vostra visione del mercato futuro?
«Ci piace pensare a una pasticceria “nutrizionale”, attenta non solo a proporre un prodotto che esprima le doti del pasticcere nella sua unica capacità di combinare gli ingredienti, ma anche per la sua capacità di rendere il dolce un alimento di pari valore a qualsiasi altro piatto di portata. Ci piace pensare a una pasticceria che renda il dolce non una scelta in alternativa, ma una naturale componente di un pasto. Traghettare la pasticceria in questa dimensione riteniamo essere anche uno dei più vivi obiettivi nella nostra attività quotidiana con il centro di ricerca BSC, coordinato dall’Università di Milano».
a cura di Redazione Italian Gourmet per Brazzale
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