Il Pasticcere e Gelatiere

Brazzale: perché uscire dall’Italia ci ha resi migliori

«Facciamo le cose dove vengono meglio» esordisce l’Avvocato Roberto Brazzale. Nei suoi occhi c’è la soddisfazione di chi ha visto il proprio sogno libertario avverarsi. E che nella propria realtà d’azienda ha concretizzato l’idea di un villaggio globale, nella sua migliore accezione. Quella, appunto, di un nuovo futuro dove il meglio è amico del bene e del buono. Ovunque sia. Abbiamo iniziato così il nostro viaggio in Moravia, alla scoperta di Brazzale. Da Vienna siamo partiti verso la Cechia, proprio come fece la famiglia reale nel 1948, verso un modo nuovo di fare impresa e qualità oggi.

Italiani ed europei

La scelta di allargarsi all’estero non fa di Brazzale un’azienda senza identità tricolore. Al contrario, come ci tiene a sottolineare l’Avvocato, veneto doc e fiera di esserlo: «Aprendoci, facciamo il bene della nostra terra. Sviluppiamo e creiamo materie prime fuori dall’Italia, ma con il nostro know-how». I prodotti, per Brazzale si evolvono, come hanno fatto sempre nei secoli, seguendo i secoli. Anche quelli più tradizionali, come il burro e il formaggio grana. Perché ogni tradizione ha un inizio.

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Una nuova tradizione, di oltre 2 secoli

La tradizione dei Brazzale come produttori di burro e formaggi è molto antica: risale al 1784 ed è tuttora una grande storia di famiglia. L’avventura in Moravia parte invece 20 anni fa e come inizia prosegue ora: senza gabbie, libertaria appunto, trasparente. Prima membri del Consorzio di produttori di grana, hanno capito che per loro il disciplinare era un vestito troppo stretto. «Il disciplinare non deve essere un algoritmo – dice Roberto – la produzione di oggi è quella di oggi».

Non essere soggetti a limitazioni percepite come inutili permette dunque all’azienda di definire e raggiungere nuovi standard. Oltre al caglio vegetale, che fa del Gran Moravia un grana ideale per diete vegetariane e religiose, ne abbiamo vista una sorprendente al caseificio Brazzale di Litovel. Un esempio di efficienza, pulizia e dipendenti felici, coinvolti. Il luogo dove abbiamo visto, per la prima volta, un formaggio grana quadrato. «Il Gran Moravia è il nostro formaggio grana, interamente realizzato qui in Repubblica ceca. Lo produciamo con grande successo e lo esportiamo in tutto il mondo, con risultati di gradimento eccellenti. Fare da soli ci permette di lavorare in libertà su diversi fronti, ad esempio la forma quadrata, accanto a quella tradizionale tonda. La facciamo principalmente per alcune realtà internazionali che utilizzano le macchine per porzionare. La forma quadrata aiuta infatti ad avere il minore scarto possibile».

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Forme quadrate di Gran Morava pronte per la stagionatura

Il migliore latte del mondo

Le scelte produttive di Brazzale per il Gran Moravia – ma anche per il Burro superiore – non riguardano solo la forma, ma soprattutto la sostanza. E questa sostanza parte obbligatoriamente dal latte. Un latte che in Cechia, così come in alcune zone della nostra Italia, è più buono. Abbiamo visto anche perché: 1 vacca necessita di un foraggio pari circa ad 1 ettaro di terreno. In Moravia, di ettari per ogni vacca, ce ne sono circa 10. Ma come sono arrivati a scoprirlo?

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Latte al caglio nel caseificio Brazzale di Litovel

«Per i veneti è naturale guardare ad est: il dinamismo nel cercare sempre qualcosa di meglio, ci ha da sempre fatto espatriare verso queste terre. Noi fratelli Brazzale abbiamo fatto come loro. Cresciuti nelle cattedrali d’Europa, grazie ad una madre concertista, il concetto di unica terra è entrato nel nostro dna. E quando, dopo il 1989, l’est si è di nuovo aperto al mondo, abbiamo trovato naturale muoverci». A fronte di un mondo che cresceva e cambiava, hanno dunque sentito il bisogno di trovare materie prime di altissima qualità, da territori “verdi” (oggi si direbbe sostenibili). Tenendo il grana come punto chiave, i Fratelli Brazzale si staccano dal Consorzio e iniziano la propria avventura.

Il luogo ideale per un sistema parallelo e alternativo

«Il latte di una vacca al pascolo non va bene per produrre il formaggio grana, quindi avevamo bisogno di trovare ampi terreni da foraggio. L’Italia non è certo patria di pascoli infiniti, quindi prima ci siamo diretti verso paesi con grandi terreni, come il Brasile. Ma senza successo, perché gli standard non erano adeguati. Mentre il Veneto perdeva in breve tempo il 40% di superficie agricola, ci siamo spostati in est Europa per cercare il luogo ideale».

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Le stalle Brazzale in Moravia sono tutte a stabulazione libera, considerata oggi la soluzione migliore per il benessere bovino

Per fare il latte, però, non servono solo ottimi foraggi, ma anche la temperatura e la tecnologia ideale, oltre a grande dedizione. Hanno trovato tutto in Cechia, rilevando un piccolo caseificio e facendo join venture, creando di fatto un sistema alternativo e parallelo rispetto a quello italiano.

Brazzale e la rivoluzione del grana

Quando ad Anuga, in Germania, venne presentata la prima forma di Gran Moravia, ci fu un gran fermento. Ma tutto, in Brazzale, era trasparente e cambiò la Storia, dimostrando che nulla era impossibile. E contemporaneamente, diventando una vera azienda Europea. Le conseguenze istituzionali furono quelle di un vero terremoto, ma questo non scoraggiò affatto i Fratelli Brazzale, anzi, li convinse ancora di più a proseguire nella propria autonomia. «La concorrenza fa bene – dice sorridendo l’Avvocato – il Consorzio stimola noi e noi stimoliamo i Consorzi. Così il mondo va avanti».

Una strada di autonomia che prosegue ancora oggi sia dal punto di vista della sostenibilità, sia del welfare aziendale, in un’ottica che vede l’uomo al centro. Sia esso un consumatore oppure un dipendente dell’azienda.

Una sostenibilità reale e documentata

L’insediamento delle filiere Brazzale nelle aree a clima temperato più fresco e la continua innovazione tecnologica abbattono innanzitutto i consumi idrici. Che sono calcolati in modo oggettivo, con dati certi e misurati di impronta idrica. Per fare un esempio: per 1000 g di Gran Moravia servono 2.094 litri d’acqua. 1944 litri sono “green water”, che appartiene al ciclo naturale; 150 sono di “blue” e “grey water”, ovvero sono il reale consumo idrico. Ma non basta: grazie alla piantagione di 1.5 milioni di alberi, avviene la tutale compensazione delle emissioni di Co2 di tutti gli stabilimenti produttivi Brazzale nel mondo.

E poi c’è l’etichetta di origine multimediale, che permette di tracciare l’intera filiera del Gran Moravia e vedere – dati alla mano – i suoi standard di benessere animale e di salubrità, di qualità dei foraggi e di rispetto per il territorio. Un territorio che è vita per tutti.

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La Formaggeria Brazzale di Olomuc. Roberto Brazzale e il suo staff, tutto al femminile

Made in future

Il nostro viaggio in Moravia si conclude con una visita alla Formaggeria di Brno e a quella di Olomuc, un altro esempio di imprenditorialità firmata Brazzale. Due dei numerosi negozi cechi di prodotti dell’azienda, dal Gran Moravia al burro superiore o aromatizzato, dai formaggi più freschi allo yogurt e al latticello. Insieme a loro, le migliori eccellenze alimentari italiane di salumi, pasta e vino. Perché quella dei Brazzale non è una storia di chiusura, ma di apertura continua. E, fra un museo e un concerto d’organo, fra enfant prodige e nuove generazioni fatte della stessa pasta dei padri torniamo a casa. Con qualche consapevolezza in più e un quadro completo di un luogo che prima di tutto è la cultura dei suoi abitanti. Fra loro, i Brazzale hanno trovato una seconda casa e la possibilità di far evolvere il concetto di “made in Italy” in “made in future”.

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a cura di Alessandra Sogni