Il ristorante Savô dell’Hotel Windsor di Laigueglia, ha ospitato qualche giorno fa una cena a sei mani dai sapori tipici della Liguria di Ponente.
I giovani chef Gianluigi Erme, Simone Perata ed Enrico Marmo ci hanno proposto un menù di prodotti di stagione, giocando con tradizione e modernità.
Laigueglia è il borgo più piccolo della provincia di Savona, adagiato nel bel tratto di costa che va da Capo Santa Croce a Capo Mele. Come ogni paesino ligure si stringe tra mare e colline, tra budello e passeggiata orlata di alberghi storici. L’Hotel Windsor, affiliato a Design Hotels, nasce nell’Ottocento come Pensione Luciano e torna a nuova vita nel 2022, dopo un periodo di oblio durato vent’anni. I giovani proprietari hanno voluto che l’attento restauro rendesse omaggio agli anni Sessanta, inserendo nell’arredamento pezzi classici del design italiano.
Il ristorante Savô, guidato dal giovane chef di origini laziali Gianluigi Erme, ha l’ambizione di valorizzare la materia prima locale, il pesce, certo, ma anche la carne e le verdure dell’entroterra. Propone a pranzo un menu più informale, mentre a cena strizza l’occhio al fine dining.
L’interessante cena a sei mani è stata animata dal resident chef, Gianluigi Erme insieme a Simone Perata, chef del ristorante A Spurcacciun-a di Savona e a Enrico Marno, chef del ristorante Balzi Rossi di Ventimiglia. Mi è parso interessante comparare l’approccio differente alla cucine di tre chef giovani ma con solida formazione. Come sempre la cucina riflette personalità e percorso di vita di chi sta dietro ai fornelli.
Tra i piatti proposti mi piace ricordare l’antipasto Zucca, aglio di Vessalico e castagne, di chef Erme, un piatto molto equilibrato e leggero, tutto giocato su ingredienti già autunnali, che mi ha permesso di riscoprire l’aglio di Vessalico coltivato nell’omonima località della Valla Arroscia, nell’entroterra ligure.
Il primo piatto di chef Marmo, Bottoni ripieni di melanzana, scampi e acqua di pomodoro invece guardava ancora all’estate. Ho molto apprezzato il connubio di sapori, la dolcezza degli scampi, il pungente della melanzana e la freschezza del pomodoro. Un piatto davvero molto buono.
Tra i secondi si è fatta notare la Cima di rana pescatrice alla Wellington e salsa di ostriche di chef Perata, che mi ha fatto riflettere sulla tendenza attuale di proporre Wellington di pesce: il ritorno di un piatto di esecuzione complessa, molto scenografico e festivo.
Il maitre Gianmichele Fois ha abbinato ad ogni portata vini del territorio ligure.
a cura di FL
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