A Milano la ristorazione è sempre più di gruppo: le insegne aprono, raddoppiano e puntano a diventare un brand che crea valore e che regala in diversi punti della città la sua visione, il suo taglio, la sua proposta gastronomica.
Cocciuto è su questa strada: dopo l’apertura in Bergognone raddoppia con l’insegna di Corso Lodi, angolo Via Gian Carlo Passeroni 2. Lo stile rimane inalterato, molto identificativo, decisamente urbano e metropolitano. Lasciati i panni della pizzeria ‘convenzionale’ questi locali denotano un gusto e una ricerca fuori dal comune, e offrono a chi desidera gustare una pizza uno sguardo innovativo e milanesissimo.
Il pensiero dietro al nuovo brand della ristorazione è di Paolo Piacentini e Michela Reginato, una coppia professionale che sta mostrando quanto la determinazione porti risultati concreti e visibili.
L’hanno chiamata Cocciuto proprio per questo: entrambi focalizzati al 100% sul loro lavoro, sono orientati al bello e al buono, e perseguono la perfezione in ogni dettaglio.
Anche se il concept, certamente modernizzato e reso elegante, è legatissimo alla tradizione: una pizzeria dove gustare una pizza eccellente, e piatti della tradizione italiana preparati con materie prime di qualità e passione verace.
Il team di lavoro ha una consolidata esperienza, ed è guidato dallo chef Nicolò Farias e dal pizzaiolo Antonio Caputo. Con una nota di merito: la collaborazione con la cooperativa Arcadia, per garantire un futuro e la possibilità di riscatto, attraverso la dignità del lavoro, ad alcuni giovani ospiti della Casa famiglia Harlock.
Cocciutissimi anche nella scelta metodica delle materie prime: per le pizze e i piatti la scelta è tra Pomodoro Gustarosso, Caciocavallo podolico e carciofi bianchi di Pertosa. Ma anche prodotti D.O.P. come il Pecorino Romano e il pomodoro del Piennolo giallo, o ancora eccellenze italiane come la mozzarella fior di latte km 0, le alici di Cetara e il Parmigiano Reggiano di montagna 36 mesi Malandrone, le olive infornate di Ferrandina Presidio Slow Food, snocciolate tutti i giorni a mano, i capperi di Salina: sapori veri, frutto del lavoro di agricoltori e allevatori specializzati, il cui obiettivo è mantenere standard qualitativi esemplari.
Proprio come esemplare è il gusto di tutte le proposte, che al di là dell’estetica di sicuro impatto, rimangono solide e concrete.
a cura di Anna Prandoni
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