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Dishcovery

Una startup nata per aiutare a comunicare turisti stranieri e ristoratori in tutto il mondo: dishcovery è un progetto che nasce da un’idea solo apparentemente semplice: tradurre e digitalizzare i menu. A raccontare questo progetto è Giuliano Vita, fondatore di dishcovery insieme a Marco Simonini

Come è nato il vostro progetto?

«Io e il mio socio abbiamo studiato e lavorato in Cina per più di 3 anni, impegnati nel settore agroalimentare e nello specifico nella distribuzione HORECA. Essendo a contatto con chef e indirettamente con i consumer finali cinesi, ci siamo accorti delle grandi barriere che esistono tra la nostra cultura culinaria e quella orientale. Da qui è nata l’idea di creare uno strumento capace di divulgare la nostra cultura gastronomica, che sappia allo stesso tempo promuovere in termini economici i nostri prodotti. Con dishcovery partiamo dal presupposto che il luogo migliore in cui educare il consumatore è proprio il nostro Paese, mentre i nostri potenziali clienti si trovano in viaggio nelle nostre città o nei nostri ristoranti. E nei ristoranti troppo spesso il menu non è tradotto in più di lingue; inoltre spesso una traduzione non basta per far comprendere a pieno quello che si ordina.

Come funziona concretamente il progetto?

«Traduciamo i menu dei ristoranti italiani o di attività del settore della ristorazione, li digitalizziamo in formato mobile e creiamo dei menu interattivi, che non solo forniscono la traduzione del menu, ma anche tutte le informazioni relative a ogni piatto o ingrediente. Creiamo dei codici QR collegati al menu: i turisti possono scansionare il codice con il loro smartphone per ottenere il menu interattivo nella propria lingua.  Per visualizzare il menù non è necessario scaricare nessuna app: basta scansionare il codice Qr che porterà a una web app compatibile con qualsiasi smartphone».

Perché è necessario spiegare e digitalizzare il menu, oltre che tradurlo?

«Si fa l’errore di dare per scontato che la sola traduzione basti a far comprendere tutte le informazioni sul piatto e sugli ingredienti. In realtà dire a un turista cinese che come ingrediente è presente la mozzarella (马苏里拉奶酪, Mǎ sū lǐlā nǎilào) è poco utile, poiché non gli forniamo  nient’altro che la traslitterazione della parola italiana. È come se noi italiani in viaggio in Cina leggessimo la traduzione del famoso piatto  “狮子头”, come “testa di leone”  che ovviamente, per quanto strane possano essere le nostre idee sulla cucina cinese, non è una testa di leone ma una polpetta di carne in zuppa, che ricorda la testa delle statue dei guardiani leoni cinesi.

Prendendo un esempio Italiano, immaginiamo che un turista coreano si rechi presso un ristorante di pizza napoletana. Anche se il ristorante avesse un menu in coreano con una semplice traduzione, come farebbe il turista a comprendere il vero valore della mozzarella di bufala campana? Una traduzione testuale non lascerebbe alcuna informazione al turista con un danno sia per il ristoratore che per tutta la filiera di quello specifico prodotto».

Chi sono al momento i vostri clienti?

«Siamo attivi a Milano, Roma e Venezia in circa 100 ristoranti. I nostri ristoranti spaziano dal ristorante che serve street food al ristorante stellato. Tra i clienti figurano anche alcuni punti vendita della catena Autogrill, nello specifico Motta e Bistrot all’interno del mercato del Duomo».

E a chi vi rivolgete per il futuro?

«Dishcovery inizierà presto delle collaborazioni con importanti partner del settore dei pagamenti online e del settore turistico. Questo permetterà ai turisti di pagare all’interno del ristorante con i loro sistemi di pagamento preferiti dal cellulare utilizzando Dishcovery, e permetterà ai ristoratori di avere visibilità all’intero dei portali di viaggio più popolari, così che i turisti li possano conoscere già prima del loro arrivo in Italia».

Inoltre Dishcovery intende eseguire dei test sul mercato europeo testando il proprio servizio in alcune delle più grandi metropoli europee come Parigi e Barcellona.