Dimmi che pizza mangi e ti dirò chi sei. Sì perché a ChePizza!, di scena al Superstudio Più di Milano dal 28 al 30 ottobre, 17 grandi pizzaioli, provenienti dal nord e dal sud d’Italia, annunciano di farne di tutti i colori e di tutti i sapori. Del resto, ciascuna pizza vanta una spiccata identità e va d’accordo con precise personalità.
Chi fa il tifo per tradizione e stagionalità, non dimenticando un pizzico di fantasia, può apprezzare la Margherita (con pomodori pelati bio, fiordilatte di Agerola e basilico) e i Cavoli a merenda (con cavolfiore, cavolo nero, baccalà mantecato e porcini) di Massimo Giovannini, nonché gli Orti d’autunno (con frutta e verdure di stagione, ricotta di pecora e peperoncino d’Aleppo) e i Colori d’autunno (con zucca caramellata al miele, stracciatella pugliese, arrosto di vitello cotto a bassa temperatura e grattugiata di castagna tostata) di Gianni e Giulia Dodaj. Oppure la Margherità Più e la Un… esco by Massimo Gatti, pizza dedicata a Parma “Città creativa per la gastronomia Unesco”, vista la presenza di crema di parmigiano reggiano di montagna 28 mesi, mozzarella e prosciutto di Parma 24 mesi.
Vellutata di zucca, guanciale e provolone Valpadana piccante di Teodoro Chiancone invece per chi vuol festeggiare Halloween con una pizza lievitata a “suon di musica”. Teo che prende per la gola pure i carnivori, impreziosendo il trancio con tartare di manzo piemontese e melanzana, mentre Simone Lombardi farcisce la focaccia con vitello tonnato e polvere di cappero, osando anche un coraggioso abbinamento: lardo stagionato, sale affumicato e cacao criollo 70% Domori. Perfetto per gli spiriti audaci, che possono adorare la Pu’er di Denis Lovatel (pizza bianca con fiordilatte, topinambur, succo e chips di cavolo nero e tè pu’er) e la Parmigiana 2.0 di Antonio Pappalardo, con burrata di Andria, pomodoro datterino confit, melanzane grill e perlage di basilico.
Pappalardo che soddisfa anche i mare addicted con una pizza alle tagliatelle di seppia, polvere di liquirizia, crumble di noci di macadamia e caco. Mare, mare, mare fiero di tuffarsi pure sulle pizze di Valerio Torre, che rende onore al salmone marinato e alle acciughe di Sciacca, e su quelle di Cristian Marasco, che mette sullo spicchio un carpaccio di salmone, branzino e pesce spada affumicati (complici pomodoro San Marzano, quenelle di burrata e rucola selvatica) e insalata di piovra (complici patate al forno, pomodori, crema di bufala e pesto genovese).
Tanto poi è Renato Bosco a soddisfare le anime green con La Vegana (doppio crunch con verdure di stagione e formaggio di riso), mentre i più romantici possono assaporare i fiori (al farro aromatizzato con curry marocchino, stracciatella e ortaggi freschi) di Roberto Ghisolfi e i più estrosi possono scegliere la frusta di Antonino Esposito: pizza dalla particolare forma di “canoa” e dai profumi partenopei. Ai quali s’inchina pure Romualdo Rizzuti che omaggia Napoli con La Gattò di patate, grazie a un corredo di prosciutto cotto, bufala affumicata, salame Napoli, parmigiano reggiano e pane grattugiato.
E i sogni di coloro che amano le pizze fritte? Vengono esauditi da quelle di Gino Sorbillo, Eduardo Ore e Ciro Oliva, pronte e omaggiare ricotta di bufala, provola, ciccioli di maiale, salame di Faicchio, alici di Cetara e limone di Sorrento. Per un vero viaggio all’ombra di ’O sole mio. Chi infine è attratto dalla regionalità non può perdere le pizze firmate da Pasquale Moro: La Parma (con pomodoro, basilico, rucola, prosciutto di Parma, parmigiano reggiano e glassa di aceto balsamico) e l’Amatriciana, dovuto omaggio ad Amatrice all’insegna di spuma di pecorino, cipolla caramellata, pomodoro e guanciale croccante.
Nota curiosa: le pizze si pagano con i pomodorini, valuta ad hoc da cambiare in loco (1 pomodorino equivale a 5 euro e in media corrisponde a una porzione). Clicca qui per vedere il menu pizze proposto a ChePizza!
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