In Francia sono, da sempre, un vero cult. Perfetti, colorati, lussuriosi, ripieni di morbide creme e ricoperti da zuccherose glasse. La versione allungata dei nostri bigné sta diventando un vero e proprio fenomeno di costume, tanto da diventare addirittura protagonista assoluta di negozi monoprodotto.
Luca Montersino in un éclair talmente bello da sembrare finto
In Francia sono, da sempre, un vero cult. Perfetti, colorati, lussuriosi, ripieni di morbide creme e ricoperti da zuccherose glasse. La versione allungata – e d’Oltralpe – dei nostri bigné sta diventando un vero e proprio fenomeno di costume, tanto da diventare addirittura protagonista assoluta di negozi monoprodotto.
A Parigi sta facendo faville ‘Mon Eclair’ locale trendy in cui la pasta (leggerissima e gluten free) viene farcita al momento e a piacere del cliente che può scegliere il ripieno e la tipologia di glassa. Sulla stessa lunghezza d’onda il mitico Christophe Adam che con il suo format, Éclair de Génie ha invaso la capitale francese e, da un anno, anche l’Italia. Ma come non rimanere incantati dalle creazioni di Philippe Conticini (anche lui sbarcato nel Bel Paese) che ha conquistato i milanesi con i suoi éclair al cioccolato? Oppure dai capolavori al cassis e violetta firmati da un altro mito della pasticceria francese da poco italianizzato come Pascal Caffet? C’è poi l’elegante minimalismo del nuovo enfant prodige della pasticceria mondiale: Cedric Grolet, anima-dolce de Le Meurice.
E i pasticceri italiani? Luca Montersino li realizza in versione dolce e salata e li ama a tal punto da avergli dedicato un intero libro! Luigi Biasetto, altro grande maestro pasticcere, ne ha perfezionato la tecnica realizzativa rendendoli ancora più leggeri e golosi. Alessandro Servida ha fatto dell’eclair cheesecake un prodotto iconico.
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