Il Panificatore Italiano

La (R)evoluzione sostenibile della filiera agroalimentare italiana

Il Corriere del Pane 4 dedica il primo piano allo sviluppo sostenibile. All’interno dell’ampio articolo, nel quale, come ogni mese, diamo voce a diversi interlocutori, abbiamo anche inserito una parte della ricerca condotta da The European House – Ambrosetti dal titolo: La (R)evoluzione sostenibile della filiera agroalimentare italiana. La ricerca è stata presentata nell’ambito del 6° Forum Food&Beverage svoltosi a Bormio il 17 e 18 giugno 2022.

Sul nuovo numero del Corriere del Pane il nostro primo piano parla di sviluppo sostenibile (clicca qui per sfogliare il nuovo numero della rivista). Nel primo piano abbiamo anche riportato le principali sfide per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare italiana. Ma scendiamo più nel dettaglio per vedere alcune di queste sfide e come il settore potrà affrontarle nell’immediato e nel prossimo futuro.

Sviluppo sostenibile: le sfide per il nostro Paese

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Foto: AdobeStock

Cambiamento climatico, perdita della biodiversità, occidentalizzazione delle diete (si mangia troppa carne, ndr), contenimento dello spreco alimentare, riduzione del consumo di plastica e packaging sostenibile. Sono queste le principali sfide a cui è chiamato a rispondere il nostro Paese e, soprattutto, la filiera agroalimentare se non vuole perdere alcune delle sue produzioni (tra cui delle eccellenze) e garantire a una popolazione sempre crescente risorse adeguate e prodotte in modo sostenibile.

Questi i primi dati che emergono dalla ricerca La (R)evoluzione sostenibile della filiera agroalimentare italiana presentata a Bormio il 18 giugno da Benedetta Brioschi, responsabile Food&Retail&Sustainability di The European House – Ambrosetti. E bisogna accelerare perché, per esempio, i fenomeni siccitosi, sempre più ricorrenti, potrebbero causare danni per 1 milione di euro l’anno al settore agricolo. Senza misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici The European House – Ambrosetti ha stimato un impatto sul PIL italiano di circa l’8% entro fine secolo.

Sfida 1: Earth Overshoot Day

Il pianeta sta consumando più risorse di quanto sia in grado di produrne. Le attività umane si fanno sempre più pressanti tanto che l’Earth Overshoot Day, ovvero il giorno in cui l’umanità ha esaurito le risorse prodotte dal pianeta nell’anno, in Italia è caduto il 15 maggio. Secondo il Global Footprint Network , l’alimentare contribuisce per il 25% al consumo di tali risorse.

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Sdida 2: risorse agroalimentari adeguate e prodotte in modo sostenibile

Si fa dunque pressante l’esigenza di garantire alla popolazione, in costante crescita, risorse agroalimentari adeguate e prodotte in modo sostenibileLa FAO stima un aumento della produzione di cibo del +60% al 2050, a fronte di un incremento della popolazione del +23%. La situazione nel nostro Paese presenta scenari drammatici tra cui la perdita di alcune colture strategiche per il made in Italy. Ciò è dovuto al cambiamento climatico, ma anche all’elevato spreco alimentare e a errati stili di consumo ancora molto diffusi. Tuttavia, la crescente adozione di strumenti tecnologici di eccellenza colloca l’Italia all’avanguardia per efficienza e miglioramento dei processi di filiera. Un ulteriore passo verso la transizione sostenibile potrebbe derivare dall’adozione di metodologie come: Carbon footprint (indicatore che stima le emissioni gas serra, ndr), Ecological footprint (indicatore valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle, ndr) e Water footprint (indicatore che mostra il consumo di acqua dolce da parte della popolazione, ndr).

Le colture più a rischio

Nel 2021 le avversità climatiche hanno determinato, in Italia, una perdita della produzione media del -27% della frutta e -10% del riso. Va sottolineato e che la produzione di riso italiana detiene la leadership a livello europeo. Critica anche la situazione di un’altra eccellenza italiana all’estero, il vino (-9%): l’Italia è il primo produttore a livello mondiale. La situazione si aggrava se passiamo alla produzione di pere (-69%) e  pesche (-48%). Ma gli impatti più severi si riscontrano sulla produzione di miele, quasi del tutto scomparsa: -95%. 

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Sfida 3: meno sprechi e meno plastica per aiutare il Pianeta

Sul Corriere del Pane 3 abbiamo trattato un altro argomento di Primo Piano che s’inserisce a pieno titolo nell’ambito dello sviluppo sostenibile: l’economia circolare. Pensare in ottica circolare significa sprecare il meno possibile e riutilizzare quanto più possibile le risorse che si hanno a disposizione (per saperne di più sfoglia la rivista qui). Questo vale per il cibo come anche per gli imballaggi. Ogni anno, in Italia, si sprecano 89 kg di alimenti pro capite per un totale di 5,3 milioni di tonnellate. La ristorazione collettiva è in cima alla lista nera: 8,6%, segue lo spreco casalingo 8,0% e infine quello commerciale 4%.

Se si passa , poi, alla produzione dei rifiuti in plastica il settore agroalimentare pesa per il 65% del totale annuo dei rifiuti di imballaggio in plastica. Ecco perché i consumatori (il 90% dei cittadini italiani) chiedono un packaging sostenibile: questa è una delle urgenze primarie cui deve mirare il settore. E si sta già facendo qualcosa, considerando che il 65% delle risorse delle aziende in R&S riguardano proprio le politiche di circolarità della plastica: l’Italia è il 7° Paese (2019) virtuoso in tale senso e 8° per brevetti registrati in tema di circolarità della plastica.

Sfida 4: puntare all’indipendenza delle risorse

In termini di sostenibilità economica, la dipendenza dell’Italia dall’estero per approvvigionamento di materie prime agricole ha provocato un deficit commerciale di 85,8 miliardi di euro tra il 2010 e il 2021. La causa è da ricercare in una forte esposizione della produzione e dei prezzi delle materie prime del resto del mondo con una conseguente vulnerabilità a shock di approvvigionamento per alcuni prodotti chiave alla base della catena di lavorazione italiana.

A proposito di questo argomento vi invitiamo a sfogliare i primi due numeri del Corriere del Pane dove abbiamo trattato ampiamente l’aumento di costi di materie prime (Corriere del Pane 1) ed energia (Corriere del Pane 2). Clicca qui per sfogliare, leggere, vedere tutti i numeri.

 

Sfida 5: l’educazione alimentare

La sostenibilità è un tema importante per il 69,5% degli italiani, tuttavia non si traduce ancora in stili di consumo alimentare sano ed equilibrato. Se i bambini sono i primi a dover essere educati in tal senso, secondo l’osservatorio dell’ISS quasi 1 bambino su 2 ha problemi con la colazione; 1 su 4 assume bevande zuccherate ogni giorno; 1 su 2 consuma troppi snack. Il 55% dei bambini italiani consuma una merenda eccessiva. In generale, atteggiamenti alimentari sbagliati sono molto diffusi: si consuma troppa carne (fenomeno dell’occidentalizzazione delle diete) e ciò provoca un impatto significativo sull’ambiente.

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Sfida 6: una possibile soluzione sta nella misurazione della sostenibilità

Per quantificare l’impatto della produzione alimentare sull’ambiente è possibile avvalersi di metriche oggettive: la Carboon footprint, la Ecological footprint e la Water footprint. Sono uno strumento strategico per le aziende italiane possono adottare e che permetterebbero molteplici benefici. Tuttavia anche questa è una sfida poiché vi sono dei limiti come quello di avere un impatto medio per singolo prodotto, la scarsa applicazione oltre che la difficoltà nella stima dell’impatto complessivo del settore a causa della mancanza diffusa di dati.

Sfida 7: anche l’innovazione tecnologica è un’opportunità, l’Agricoltura 4.0

Un altro aiuto concreto alla transizione sostenibile può derivare dall’introduzione di soluzioni digitali che aiutino a minimizzare gli sprechi di risorse idriche, massimizzare la resa dei terreni, adattare le colture alle caratteristiche biochimiche e fisiche del terreno e, infine, calibrare l’impiego di prodotti chimici. Parliamo di un’Agricoltura 4.0 che in Italia è già una realtà. Il 60% dell’aziende agricole italiane nel 2021 hanno adottato almeno una delle soluzioni sopra indicate (+4% rispetto al 2020) e sono oltre il 40% quelle che ne utilizzano almeno due. Per quanto riguarda l’industria di trasformazione, invece, il nostro Paese è al 4° posto nel mondo per densità di robot attivi nella produzione alimentare con un valore di 183 unità ogni 10mila dipendenti. Un’ottima risposta se pensiamo che siamo dietro solo a Paesi Bassi (257 unità), Svezia (190) e Danimarca (185) in Europa ma abbiamo più del doppio rispetto agli Stati Uniti (89 unità ogni 10mila dipendenti).

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Logistica e distribuzione sempre più innovative

Le fasi di logistica e distribuzione sono chiamate a rispondere alle crescenti esigenze di trasparenza e tracciabilità dei prodotti, ma anche di integrazione tra canali d’acquisto fisici e online e alla smaterializzazione dei pagamenti da parte del consumatore. L’e-commerce è un canale in forte sviluppo: in Italia ha generato un valore di 3,8 miliardi di euro nel 2021; in crescita con un tasso medio annuo del +41% nell’ultimo decennio.

La crescita delle Startup

In forte crescita anche le Startup in Italia: sono 210 quelle del FoodTech (il 17% del totale europeo). Tra le pricipali categorie ci sono il Food delivery (26,3% del totale), servizi al consumatore e App dedicate (21,7%) e Agritech (17,5%).

 

 

a cura di Redazione Italian Gourmet