Il 17 settembre presso l’Hotel Enterprise di Milano si è tenuta la decima edizione di Bakery 4.0. Un convegno e, allo stesso tempo, una vera e propria vetrina sul futuro della panificazione. In questo numero del Corriere del Pane alcune delle tematiche affrontate per sviluppare al meglio il vostro business
Bakery 4.0, l’evoluzione del panificio in dieci anni. Un periodo che ha visto moltissimi cambiamenti, anche a causa di una inaspettata pandemia che ha modificato, nostro malgrado, le abitudini di acquisto dei consumatori ma anche l’approccio del panificatore al proprio business, dalla gestione dei pagamenti al servizio, dalle consegne alla produzione. Tutto sta cambiando verso un’era digitale che non si può ignorare (ne parliamo anche qui), ma c’è anche un ritorno alla “prossimità”, che non significa tornare indietro, ma guardare al progresso con un occhio all’ambiente, inteso sia come Pianeta sia come luogo/quartiere in cui viviamo e le relazioni che stringiamo. Quest’ultimo aspetto è stato al centro della tavola rotonda dal titolo: “L’evoluzione del panificio da vendita di pane a ruolo sociale” a cui hanno preso parte: Marco Pedron, pastry chef, Andrea Perini, co-fondatore di Terzo Passaggio e del progetto MadreProject (rivedi la notizia “Il master di panificazione di MadreProject” sul Corriere del Pane n. 4), Tatiana Moreschi, Cum Panis srl di Davide Longoni, e l’immacabile Carlo Meo, CEO di Marketing & Trade e direttore del corso Brand & Retail Experience Design presso il POLI.design Politecnico di Milano.
Osservatorio sulla panificazione 2023
Carlo Meo è stato anche il primo esperto a salire sul palco del convegno con il consueto Osservatorio sulla Panificazione di cui vi riproponiamo l’intervento attraverso il seguente video:
L’evoluzione del panificio da vendita di pane in 4 parole chiave
Di seguito vi proponiamo i punti principali emersi dalla tavola rotonda secondo le persone intervenute:
- Marco Pedron: Funzionalità. “Data la carenza di personale, oggi molto sentita, la forma più innovativa è quella funzionale. L’obiettivo è creare soluzioni che possano essere razionalizzate”.
- Tatiana Moreschi: Artigianalità. “Dobbiamo capire che prima siamo artigiani e poi commercianti. Ecco perché è necessario un continuo perfezionamento, investire in consulenze e fare un prodotto che piace all’artigiano, non affidarlo a terzi”.
- Andrea Perini: Relazioni. “Bisogna instaurare rapporti con altri soggetti della comunità che vadano oltre il food, persone che abbiano a che fare con un tessuto culturale e sociale della città. I giovani di oggi vogliono sentirsi parte di un sistema e il pane può essere un mezzo per coinvolgerli”.
- Carlo Meo: Ibridazione/polifunzionalità: “I giovani oggi vivono i luoghi in maniera diversa, l’incapacità di interpretare questo cambiamento porta alla crisi”.
Matteo Cunsolo: Ibiza andata e ritorno
Il presidente del Richemont Club Italia e dei Panificatori Milanesi nell’ultimo anno ha avviato con successo, insieme a David Reartes, un’attività a Ibiza. Anche loro erano sul palco del Bakery 4.0 per raccontare un’esperienza. Aldilà della produzione di pane e companatico, che Reartes ha realizzato in diretta sul palco del Melià e i presenti hanno poi potuto degustare nella pausa pranzo, si è anche parlato delle difficoltà e degli aspetti burocratici di aprire un’impresa all’estero. L’Italia non è l’unico Paese con una burocrazia degna delle dodici fatiche di Asterix, la Spagna, per esempio, è molto severa e precisa in fatto di certificazioni. In queste tre domande, Matteo Cunsolo ci spiega brevemente la sua esperienza imprenditoriale a Ibiza.
Come hai gestito l’apertura di un locale all’estero e come riesci a portare avanti il tuo lavoro in Italia? | |
Come hai gestito l’aspetto burocratico a Ibiza? | |
Chi si occupa della produzione quando non sei nel laboratorio di Ibiza? | |
Il pane sta rispondendo bene sull’Isola? A quanto lo vendete? |
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