Superato il traguardo dei dieci anni il Festival Sherbeth ha deciso di ambientare la sua XI edizione a Catania, nel contesto di Villa Bellini. Il Festival si è concluso domenica 29 settembre con l’annuncio dei vincitori dei gelatieri in gara al concorso dedicato a Francesco Procopio Cutò, storico inventore del gelato. La giuria dopo aver assaggiato 50 diversi gusti gelato ha assegnato i seguenti riconoscimenti.
- Premio (al debutto, ndr) agli assistenti del laboratorio di produzione a Rebecca de Rito
- Menzione speciale “Essere Artigiano” a Luca e Guido de Rocco della gelateria “Eis Cafe De Rocco” di Schwabach (D) per il gusto “Quando la montagna incontra il mare”
- Premio Innovazione ad Antonio Scarfone della gelateria “L’Officina del Gelato & Bakery” di Roma
- Premio valorizzazione del territorio a Olsi Shero, gelatiere con quattro negozi a Valona (Albania) per il gusto profumo di Albania
- Premio giuria della critica (i gelatieri hanno giudicato i gelatieri in gara, ndr) a Giuseppe Laterza della gelateria pugliese Mincuccio per il gusto “Elisir d’Oriente”
- Premio giuria popolare (dettato dal pubblico, ndr) a Taila Semeraro – per la prima volta partecipante a Sherbeth – della pasticceria “Ciccio in piazza” per il gusto “Fico al Sud”
- Terzo classificato (sponsor azienda Coni Olimpio) a Simona Carmagnola della gelateria “Pavè gelati e granite” di Milano
- Secondo classificato (sponsor azienda FB Refrigerazione) a Osvaldo Palermo e Alessandro Fraccola per il gusto “Consistenze”
- Primo classificato (sponsor azienda Bravo) a Gianfrancesco Cutelli per il gusto “Cioccolato”
«Il gelato che ho scelto di portare in concorso – racconta Gianfrancesco Cutelli – è un cioccolato a base acqua realizzato utilizzando una massa colombiana chiamata Macarena lavorata a Modica. Nella ricetta ho messo saccarosio, destrosio, un po’ di zucchero di cocco, un pizzico di sale e farina di semi di carruba. Al momento del servizio l’ho proposto macinandovi sopra un po’ di pepe, in questo caso un pepe aromatico, anch’esso colombiano chiamato Putumayo».
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