C’è movimento a Milano. E ci sono pure molte novità. Per l’esattezza 180 secondo la guida in livrea green del Gambero Rosso. Che nella sua 26esima edizione meneghina (e nel suo trentesimo anno a livello nazionale) conferma la vivacità gastronomica del lombardo capoluogo.
Una new entry su tutte? L’approdo al Mudec dello chef Enrico Bartolini. Certo non meno importante del trasloco di Felix Lo Basso al quinto piano del TownHouse Duomo, che lascia L’Unico Milano nelle talentuose mani di Fabrizio Ferrari. Mentre Luigi Taglienti accende il Lume, Giancarlo Morelli apre le porte della Trattoria Trombetta e Davide Oldani regala al suo D’O una casa tutta nuova, a pochi passi dalla prima sede di San Pietro all’Olmo.
E poi? Non mancano le certezze. Ovvero quelle insegne che da ben 30 anni fanno la storia di quella che Andrea Berton definisce “la capitale del food italiana”. Ristoranti, enoteche e boutique alimentari che sono dei veri must della city e dintorni. Vedi Sadler, Joia, Il Luogo di Aimo e Nadia (che si aggiudica il premio come “miglior servizio di sala”), Pierino Penati (a Viganò Brianza), I Castagni (a Vigevano), Masuelli San Marco, Al Pont de Ferr, L’Osteria del Treno, Spontini (di corso Buenos Aires), Cotti, la Cantina di Manuela, Peck, Cova, Cucchi e Sant’Ambroeus, per fare qualche nome.
Una guida che accende il semaforo verde su 1.450 indirizzi suggeriti per mangiare, dormire e comprare. Sì, perché vi sono anche le botteghe del gusto. Alcune “pure” nella loro mission di proporre il sapore, altre più ibride nel loro mix di assaggiare e acquistare. Per una spesa ad alto tasso goloso. Soprattutto in otto di loro: El Büscia, Ciclosfuso, L’Orto di Brera, Pavè Gelati & Granite, Procacci Milano, La pâtisserie des Rêves, Pescheria Schooner e Grazioli (a Legnano).
Ma attenzione, a queste si aggiungono i bistrot, suggellati dalle cocotte (da una a tre a seconda del grado d’eccellenza), e quei locali che si distinguono per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, come Esco, Spazio di Niko Romito Formazione, La Piazzetta (a Montevecchia) e l’Antica Trattoria del Gallo (a Gaggiano). Intanto da Mangiari di Strada, alla Trattoria Mirta e alla Terrazza Triennale sono da provare i mondeghili; il Liberty, l’Osteria Brunello e la Trattoria del Nuovo Macello si distinguono per la miglior interpretazione della cotoletta; Trippa, Testina e Macelleria Popolare fanno del rognone un cult; e il risotto giallo è eletto a protagonista della Trattoria Trombetta, del Ratanà e della Terrazza Gallia dell’Excelsior Gallia. Premiato per il “miglior servizio di sala in albergo”.
E se le cantine top sono quelle del Seta del Mandarin Oriental Milano, del ristorante Da Vittorio (di Brusaporto) e del ristorante Dal Pescatore (di Canneto sull’Oglio), fra le migliori cucina svettano quelle di Cracco, Vun, Mistral (a Bellagio) e Berton. Cui vanno pure le “tre forchette”, insieme a Seta, Villa Crespi (di Orta San Giulio), Ilario Vinciguerra Restaurant (a Gallarate) e i sempre mitici Dal Pescatore e Da Vittorio.
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