Sono passate tre legislature e il disegno legge sulla “Produzione e vendita del pane” è ancora in stallo. La Fippa incontra il Senatore Luca De Carlo, presidente della 9° Commissione del Senato per fare il punto
Mercoledì 29 marzo 2023 la Fippa (Federazione Italiana panificatori pasticceri e affini) è stata accolta in Senato per un’audizione con il presidente della 9° Commissione Permanente – Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) Luca De Carlo, per un’audizione in merito al disegno di legge n. 413 “Produzione e vendita del pane” che riprende, fatte salve alcune modifiche e integrazioni, il lavoro svolto dal Parlamento nel corso delle ultime tre legislature e mai portato a termine.
Il pane: un patrimonio nazionale
Il disegno (che può essere letto e scaricato qui), nello specifico, sottolinea l’importanza del pane quale “patrimonio culturale” del nostro Paese, “da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale”. Ecco anche perché la Fippa chiede l’inserimento, nello stesso ddl 413, della “Festa del pane”, per istituzionalizzare un evento che la Federazione promuove già da oltre vent’anni e che si vorrebbe far cadere ogni anno il terzo mercoledì del mese di maggio.
La normativa nazionale ed europea
Durante l’audizione è stata presentata un’ampia memoria scritta relativa sia alla situazione normativa nazionale sia a quella europea.
Sul territorio italiano, si legge, sono attive 25mila aziende (53% aziende individuali, 35% società di persone e 12% società di capitali). L’Unione Europea occupa quasi 2 milioni di lavoratori nelle 190mila piccole e medie imprese di panificazione.
Un settore che in questi anni ha subito moltissimi cambiamenti, dovuti anche alle abitudini dei consumatori: il pane rimane un alimento importante, ma le imprese hanno dovuto far fronte a questa tendenza affiancando quella del pane con altre produzioni. Ecco perché, si legge sempre nella relazione, «le due leggi nazionali 1002/1956 e 580/67 fondamentali per la panificazione italiana hanno progressivamente perso importanza e significato fino ad arrivare, nel caso della Legge 1002/56, alla sua totale abrogazione e, per quanto attiene alla Legge 580/67, a una sostanziale perdita di ruolo e significato».
CREDITI FOTO: Foto: master1305 su Freepik
Il “prodotto panificato gluten free”
Negli ultimi anni il mercato del senza glutine è esploso ma ha anche portato con sé problemi di carattere sanitario. «Siamo certamente convinti e favorevoli alla produzione e vendita di prodotti da forno gluten free, non riteniamo che sia opportuno classificare parte di questi ultimi come “pane gluten free”». Due sono le ragioni: la prima è di carattere normativo e relativa alla definizione stessa di “pane”; la seconda di carattere sanitario. Si esprime quindi la necessità di una normativa a parte per questo tipo di produzione.
Il pane invenduto e l’economia circolare
La Fippa ha anche messo in luce anche problematica, quella del pane invenduto: «Riteniamo sia da valutare la possibilità concreta del riutilizzo del pane considerato come residuo di produzione o invenduto che, grazie a nuovi processi produttivi, potrebbe trovare nuovi utilizzi. Ne è un esempio il caso divenuto oramai di scuola in cui si utilizza pane vecchio quale ingrediente per la produzione di birra ma parimenti potrebbe essere utilizzato per formulazioni di altri prodotti anche da forno».
Fonte: fippa.it
AUDIZIONE AL SENATO. (Al minuto 29, l’audizione della Fippa al Senato dello scorso 29 marzo 2023.).
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