Lunedì 3 giugno a Milano i “Roero Days” al Palazzo dei Giureconsulti. Una giornata per scoprire e celebrare un territorio noto soprattutto per l’Arneis, ma in grande crescita in generale, per la qualità dei vini e l’enoturismo.
In mezzo, c’è un fiume. A separare Roero e Langhe, infatti, c’è solo il braccio del Tanaro; sul lato destro idrografico le Langhe e a sinistra i circa 417 chilometri quadrati del Roero, che occupano la parte nordorientale della provincia di Cuneo. Patrimonio Unesco dal 2014 (il decennale sarà festeggiato il 14 giugno con una grande festa al castello Grinzane Cavour), nel cuore delle colline del vino, intriso di storia e natura.
Sono dieci anche gli anni dalla fondazione del Consorzio, lo strumento di promozione e conoscenza dei vini del territorio, festeggiati quest’anno a Milano, con una giornata ricca di assaggi, degustazioni verticali e presentazioni di libri.
“I Roero Days sono uno strumento importante per raccontare le peculiarità del nostro territorio e siamo felici di festeggiare i 10 anni proprio a Milano, la città italiana di respiro più internazionale, capitale dell’economia, della moda, della comunicazione e sempre in prima linea nella capacità di esprimere innovazione e interpretare le nuove tendenze”, ha dichiarato il presidente Massimo Damonte durante la presentazione milanese dell’evento.
Il Consorzio e i Roero Days
Damonte guida un Consorzio che rappresenta 258 soci per una superficie totale di oltre 1.300 ettari, con una produzione annua di circa 7,5 milioni di bottiglie, il 90% di Roero Bianco Docg e il 10% di Roero Rosso Docg, delle quali il 50% circa destinato all’export in Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Olanda, ma anche Canada, Giappone e Usa.
Il 3 giugno si scopre dunque il Roero a Palazzo dei Giureconsulti, dalle 10 alle 19: i biglietti si acquistano sul sito ufficiale. Durante la giornata si scopriranno anche le nuove etichette disegnate da Bruno Casetta, vincitore di un contest dedicato, che si è ispirato ai filari delle vigne.
Noi, nell’attesa degli assaggi dei più di 60 produttori presenti, ne approfittiamo per un focus su un territorio da scoprire al più presto.
Il terroir e i vini
Il Roero, regione storica e geografica tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano, dal punto di vista geologico è piuttosto recente: fino a 130 milioni di anni fa era ancora parte di un mare interno, il fondale del Golfo Padano.
Oggi presenta terreni prevalentemente di tipo marnoso-arenario con grande presenza di arenarie, rocce sedimentarie di origine marina che li rende ricchi di sali minerali. È una terra piena di bellezze naturali e affascinanti borghi antichi; da non perdere Canale, che con i 370 ettari diffusi sulle sue colline rappresenta il comune più vitato e copre il 23% di tutta la Docg.
Ma la cifra distintiva del territorio sono le sue famose “rocche”, fenomeno geologico di erosione che ha dato vita a veri e propri canyon profondi oltre cento metri che tagliano il territorio da sud-ovest a nord-est. Oggi sono splendidi balconi naturali dai quali affacciarsi per ammirare le vigne al tramonto.
Anche se in zona non manca il principe degli autoctoni piemontesi, il Nebbiolo, chi dice Roero pensa immediatamente all’Arneis, il suo bianco profumato. Coltivato in zona praticamente da sempre – se ne trovano tracce scritte tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 come “Reneysium” e “Ornesium” – già nel ‘700 veniva definito come una delle uve di qualità più alta.
Vinificato quasi sempre in purezza (il disciplinare prevede una quota del 95%), conta anche la versione Riserva, dopo 16 mesi di affinamento, e la tipologia Spumante. Il Roero Bianco regala sentori di frutta esotica e spezie su un tessuto di grande freschezza e note “verdi” (pompelmo, salvia, foglia di pomodoro). Dopo qualche anno, mantenendo una giovinezza che sorprende, aggiunge sentori minerali di pietra focaia e idrocarburi.
I rossi roerini, da uve Nebbiolo almeno al 95%, sono fragranti, di struttura fine ed elegante, con tannini mai invadenti e prevedono la tipologia Riserva attribuibile dopo 32 mesi di affinamento.
Gli abbinamenti cibo e vino
Vini a vocazione gastronomica, come da tradizione di tutto il Piemonte, i vini del Roero sono narrati accanto ai numerosi prodotti tipi locali in eventi come le Gustose Narrazioni, rassegna nata nel 2019 di cene letterarie informali con ospiti e autori, accompagnate da reading teatrali e musica dal vivo, con degustazioni di piatti a tema e vini abbinati.
Nella “capitale” Canale è ospitata l’Enoteca Regionale del Roero, con il ristorante stellato Michelin All’Enoteca, dello chef roerino Davide Palluda. I piatti da sposare al Roero Docg? Quelli della tradizione, ovviamente.
Carne di fassona battuta al coltello, vitello tonnato, insalata russa, tonno di coniglio, fritto misto alla piemontese, le acciughe al bagnet rosso o verde, seguiti da agnolotti e tajarin, con burro e salvia, con il tartufo o il ragù di salsiccia di Bra.
E i vini, oltre che nel calice, tornano come ingredienti in cucina, per secondi come il coniglio all’Arneis e il brasato al Roero.
a cura di Barbara Sgarzi
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