In Alta Badia, dal 22 al 25 gennaio, torna Care’s. Un evento dal respiro mondiale, capace di accendere i riflettori sul lato sostenibile del well living
Cucina. Ma anche ambiente, design e architettura. Accende i riflettori sulla sostenibilità del bien-vivre Care’s, che torna ad animare l’Alta Badia dal 22 al 25 gennaio, alzando il sipario su un evento variegato e portando sul palcoscenico una trentina di chef provenienti da tutto il mondo. Per dar vita a un poker di giornate così intitolate: The ethical Chef Days.
Un progetto dal respiro internazionale, firmato da Norbert Niederkofler (chef bistellato del St. Hubertus di San Cassiano) e da Paolo Ferretti (titolare dell’agenzia di comunicazione hmc di Bolzano) con la collaborazione di Giancarlo Morelli, patron del Pomiroeu di Seregno. Un’iniziativa che pone l’accento sulla responsabilità del cucinare, del pescare, del raccogliere e del coltivare, chiamando a rapporto chef a elevato tasso di sensibilità. Protagonisti di aperitif, lunch, dinner e after dinner party ad alta quota, nonché di cooking masterclass con sommellier, di tavole rotonde e di momenti a tutto sci. Muovendosi nell’incantevole scenario delle Dolomiti, fra Corvara, San Cassiano e La Villa; fra lussuosi alberghi e suggestivi rifugi, come il Lagazuoi, il Piz Boè, il Jimmy, l’Alpine Lounge, il Las Vegas e il Col Alt.
Ecco allora che l’Italia è ben rappresentata da chef come Alfio Ghezzi della Locanda Margon di Trento, Davide Bisetto dell’Oro di Venezia, Ivan Milani del Piano 35 di Torino, i Costardi bros di Vercelli, Cristina Bowerman della Glass Hostaria di Roma e Filippo La Mantia di Milano. A cui si aggiungono chef pâtissier come Andrea Tortora, Diego Crosara e Gianluca Fusto, e young chef quali Alessandro Salvatore Rapisarda del Café Opera di Recanati, Martina Caruso del Signum di Salina e Michele Lazzarini del St. Hubertus.
E dall’estero? Giungono Josean Alija del Nerua di Bilbao, autore di una cucina vegetal addicted; Rodolfo Guzman del Borago di Santiago, paladino della cucina endemica cilena; Christian Puglisi del Relæ di Copenhagen, vincitore del premio per il ristorante più sostenibile al mondo nella World’s 50 Best Restaurants europea; e Jock Zonfrillo dell’Orana di Adelaide, sostenitore della cucina aborigena australiana. Senza dimenticare, fra gli altri, Daniel Patterson del Coi di San Francisco, Luca Fantin del Bulgari Ginza Tower di Tokyo e Vladimir Mukhin del White Rabbit di Mosca.
Ma non finisce qui. E alla Ciasa dla Cultura di La Villa vanno in scena ben due Care’s Talk, incontri ravvicinati dell’eco tipo su alimentazione, salute, architettura, progettazione e design. Perché l’estetica sposi l’etica. Non da ultimo, l’attenzione va alle new generation con il premio Young Ethical Talent Award, sostenuto da Monograno Felicetti. Mentre Agrimontana sigla lo Young Ethical Pâtissier Award, Ferrari e Lavazza lo Young Hospitality Award e Marchesi 1824 il Social Responsability Award.
Ma attenzione, dopo la winter edition, Care’s si svela in versione primaverile, dal 21 al 24 maggio, nell’Isola di Salina. A “casa” di Martina Caruso, ossia all’Hotel Signum, e al Capofaro Malvasia & Resort, regno dello chef Ludovico de Vivo. Per scaldare l’estate con radiose idee.
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