L’expo summit Relazionesimo 2030, che si è tenuto dal 15 al 17 luglio alla Fiera di Vicenza, ha avuto tra i focus quello di indagare i rapporti, noti e inesplorati, tra cibo e nutrizione. Da qui l’avvio di un progetto innovativo all’insegna del “sano ma buono”, con protagonisti di prim’ordine.
Tra i tanti appuntamenti che hanno impreziosito il calendario della prima edizione di Relazionésimo 2030, l’expo summit che si è tenuto a Vicenza lo scorso luglio, anche quelli che hanno indagato in profondità sulle relazioni tra cibo e nutrizione. Atenaide Arpone, giornalista specializzata nel mondo food, fa un sunto delle giornate: “A Relazionésimo 2030 abbiamo analizzato l’arte della pasticceria, della gelateria, della cucina e filtrato tutto attraverso la funzione vitale dell’alimentazione. Pensavo ci fossero più distanze tra esperti nutrizionisti e mondo food, ma posso confermare con piacere che non è così. Riassumo quest’esperienza in due parole: ‘valore’, di questi protagonisti, delle relazioni, delle connessioni e delle esperienze, con gli altri e con la natura; e ‘impegno’, perché questo è un punto di partenza”.
Luca Montersino, chef, docente e food manager, già nel 2005 aveva intuito l’orientamento futuro del mercato verso la pasticceria salutistica: “Vent’anni fa l’atto di cucinare veniva inteso sempre e solo nel senso stretto del godimento della tavola, quasi come se tra cibo e salute la convivenza fosse impossibile. Ora il mercato è pronto ed è giunto il momento di collegare i fattori e far scattare la sinergia”.
Emiliana Giusti, medico specialista in scienze dell’alimentazione, conferma: “Qui a Relazionésimo 2030 ho incontrato professionisti con la ‘P’ maiuscola: chef, pasticceri e gelatieri, che sono allo stesso tempo anche chimici e sperimentatori, professionisti assetati di sapere, per alzare sempre di più l’asticella. I punti in comune sono davvero tantissimi”.
Per Francesco Palmieri, gelatiere, docente e consulente: “Relazionésimo 2030 getta le basi di una nuova visione del mondo e del vivere insieme: a tutela dell’ambiente, per un’alimentazione per tutti. Il cibo è uno dei capisaldi della nostra economia e una voce importante di ciò che esportiamo, ma ha la necessità di rinnovarsi con figure professionali vere. Uniti si guarda più lontano e insieme si può lavorare per il bene delle persone: questo è uno degli obiettivi di questo ambizioso progetto. Abbiamo esplorato, ad esempio, la possibilità di creare gelati sapidi per curare malati che soffrono di malattie importanti”.
Per lo chef Alfio Ghezzi, la sostenibilità è la possibilità di guardare al futuro, affinché quello che abbiamo oggi possa avere uno sviluppo negli anni a venire: bisogna lavorare su stagionalità, territorialità, valorizzazione della materia prima, autenticità. Conferma Roberto Carcangiu, consulente e ricercatore in ambito food and beverage: “Non dovevamo dimostrare nulla: quando c’è antagonismo la comunicazione si ferma, mentre noi qui siamo riusciti a con-dividere. Questo è un ‘punto zero’, per ricominciare: come artigiani abbiamo il dovere di collaborare con nutrizionisti, contadini, allevatori, scienziati, per immaginare un mondo che possa esistere dopo di noi”.
Il prossimo step, promettono tutti, sarà continuare questa tavola rotonda intorno alla tavola di una cucina vera! Il progetto si concretizzerà con esperienze e piatti reali, per lo sviluppo di una serie di menu golosi e allo stesso tempo sani. Emiliana Giusti conclude: “Ci ispireremo al detto fa che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo, ma aggiungendo: sì, ma che sia anche buono!”.
a cura di Atenaide Arpone
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