
A Milano, Joia apre un nuovo capitolo della sua storia. Fondato e per anni guidato dallo chef Pietro Leemann, il ristorante simbolo dell’alta cucina vegetale prosegue il suo cammino sotto la direzione di due figure centrali: Sauro Ricci e Raffaele Minghini. Entrambi portano avanti l’eredità del fondatore con una visione rinnovata, mantenendo saldi i principi della cucina vegetariana.
L’approccio gastronomico di Joia si distingue per la creatività consapevole e il profondo legame con la natura.
I piatti diventano racconti visivi e sensoriali, costruiti con elementi distinti che si completano tra loro. Ogni creazione è intitolata in modo da evocare idee, pensieri o suggestioni legati al tempo e alle stagioni, trasformando ogni assaggio in un viaggio tra concretezza e immaginazione.
Una brigata solida e una clientela in evoluzione
La cucina di Joia è sostenuta da un team organizzato e formato con attenzione: tre capi partita, cinque sous chef e un pasticcere, impegnati in un percorso costante di formazione interna ed esterna.
Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, il pubblico del ristorante ha subito un’evoluzione: l’età media si è abbassata, e la clientela si mostra sempre più aperta alla sperimentazione e attenta alla sostenibilità.
La cucina vegetale, un tempo considerata di nicchia, si afferma oggi come scelta consapevole e diffusa, capace di attrarre anche visitatori internazionali, in particolare dal Sud America e dall’Oriente, dove esistono già profonde tradizioni culinarie legate agli ingredienti vegetali.
Questa dimensione internazionale ha influenzato anche il modo in cui viene raccontata e proposta l’esperienza gastronomica, rendendola sempre più inclusiva e globale.
Menu stagionali e uno spazio dedicato alla condivisione
L’offerta gastronomica di Joia segue un ritmo naturale, con menù che si rinnovano ogni 6-8 settimane per rispettare la stagionalità degli ingredienti. Due percorsi degustazione mettono in risalto i prodotti nel loro momento migliore, senza forzature.
La recente ristrutturazione ha introdotto una saletta esclusiva con chef’s table, che consente agli ospiti di osservare da vicino il lavoro della brigata e di vivere un’esperienza culinaria intima e interattiva.
Abbinamenti: vini e alternative artigianali
L’esperienza da Joia è completata da un’accurata selezione di pairing, studiati per valorizzare il percorso gastronomico.
Le proposte spaziano tra vini nobili, etichette di medio corpo e rarità enologiche di grande pregio. In alternativa, il ristorante propone una degustazione analcolica composta da bevande artigianali create internamente, tra infusioni, fermentazioni e combinazioni originali.
Una dimostrazione che anche senza alcol è possibile vivere un pairing sofisticato e armonico.
Materie prime selezionate con cura
La filosofia del ristorante si riflette nella scelta dei fornitori, selezionati per il loro impegno etico e il rispetto per l’ambiente.
Tra i collaboratori più importanti figurano Luigi della Società Agricola Corbari, che fornisce frutta e verdura coltivate naturalmente, e Gianluigi Tronchin, produttore di riso su pacciamatura verde.
Joia collabora anche con i Presidi Slow Food, che promuovono biodiversità e tradizioni agricole locali. Ogni ingrediente utilizzato racconta un legame diretto con la terra e una cura autentica per la qualità.
Oltre la cucina: Joia come luogo di riflessione e libertà
Joia si propone come uno spazio di esplorazione gastronomica e riflessione consapevole.
La ricerca costante e l’impegno nella preparazione non rappresentano un limite, bensì un percorso verso la libertà: la libertà di scegliere un’alimentazione etica, sostenibile e salutare.
In un contesto culinario sempre più orientato alla sostenibilità, Joia continua a essere un punto di riferimento, grazie a una cucina che coniuga trascendenza, riconoscenza e creatività.
Una fonte d’ispirazione per il presente e per il futuro dell’alta cucina vegetale.
a cura di FL
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