Secondo App Annie, agenzia specializzata in ricerche di mercato sul mondo delle app, nel 2017 sono state 175 miliardi le applicazioni scaricate su smartphone. Se gli accessi alla rete da smartphone hanno ormai superato gli accessi da PC, il merito del sorpasso va anche alla crescita delle app che ci semplificano ulteriormente la vita rendendo tutto più pratico, semplice e smart. Poteva il mondo Food&Beverage rimanere escluso da questo trend?
La risposta, ovviamente, è no, e ad oggi sono disponibili migliaia di food app per ogni esigenza: da quelle per la gestione del locale a quelle per ordinare cibo a domicilio oppure per prenotare un tavolo al ristorante.
La fortunata congiuntura dello sviluppo esponenziale del food delivery nelle grandi città, ma non solo, ha accompagnato il successo di alcune famose app a tema gastronomico. Da qualche anno colossi anglosassoni sono sbarcati sul mercato italiano e hanno soddisfatto e stimolato la crescente domanda di consegna a domicilio.
Gli italiani parlano sempre più di cibo, leggono pubblicazioni, guide, blog e siti, ne guardano porzioni abbondanti in tv ma poi quando si tratta di mettersi ai fornelli capita che ordinino pasti a domicilio: pizza, sushi, piatti etnici o un hamburger, magari gourmet. E i fornelli rimangono spenti.
Delivery, prenotazioni, health, recensioni: di tutto un’app
Cosa c’è di più veloce di un’app per ordinare la cena? La facilità di accesso delle app per la consegna di cibo a domicilio, anche rispetto al web, le rende intuitive e pratiche: con pochi passi permettono di raggiungere l’obiettivo, che molto spesso si concretizza in un acquisto. Il food delivery occupa una fetta importante di mercato ma non sono le sole app che raccontano il mondo del cibo.
Sono molte, ad esempio, le healthy food app che cavalcano l’onda salutista, la voglia di frutta e ortaggi freschi, magari a km 0 o che semplicemente supportano la voglia di restare in forma, dalle app che creano virtuali consorzi tra coltivatori locali a quelle che tengono monitorata la propria assunzione giornaliera di calorie. Il cibo ne esce con un’immagine sana, vero carburante di un’alimentazione più consapevole.
Per il mondo della ristorazione diversi sono i riferimenti: app di recensioni per ristoranti e locali, o ancora la versione in formato app delle principali guide gastronomiche che consentono una scelta ragionata del ristorante e ne permettono una veloce localizzazione. Come avere a disposizione contemporaneamente un critico gastronomico (vero o improvvisato) e un sistema GPS.
Non mancano le app più didattiche, ad esempio alla ricerca di prodotti di nicchia, o di particolari tipi di coltivazioni. C’è poi tutta la sezione editoriale, ossia la versione per smartphone delle principali testate di settore, magari con contenuti dedicati.
A parte è il settore del vino, un mondo che per aprirsi e conquistare nuovo pubblico fa di necessità virtù e alla vendita abbina anche una buona dose di divulgazione del sapere enologico. Rispetto al food troviamo una maggiore voglia di farsi conoscere e raccontare il vino. Con l’effetto benefico di far uscire dall’autoreferenzialità questo mondo. Il consumatore viene accompagnato alla cassa più consapevole e informato di prima.
Anche nell’atto quotidiano della spesa, per chi vuole accendere i fuochi e destreggiarsi tra padelle, app di cucina dedicate corrono in aiuto: basta qualche click sul catalogo e non è più necessario andare al supermercato a riempire il carrello e spingerlo faticosamente alla cassa. Basta riempire quello virtuale di carrello e la spesa, reale, viene consegnata a domicilio in breve tempo.
La tecnologia non finisce di stupire, e oggi si trovano app più avanzate, inimmaginabili fino a poco tempo fa, come quella che consente, fotografando un piatto, di conoscerne ingredienti ed eventuali allergeni.
Restando in tema di foto, non si fatica molto a trovare immagini di cibo online sui social: #food e #foodporn su Instagram sono hashtag da oltre 400 milioni di post. Quasi come naturale conseguenza scopriamo app con filtri dedicati al ritocco di immagini di cibo, che se non ne modificano il sapore le rendono esteticamente più appetibili.
Come si può facilmente immaginare l’unico limite alle potenzialità del settore è la fantasia, quindi in realtà nessun limite.
A cura di Roberto Magro
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