Quattro tappe vista mare, quattro ristoranti "fine dining" tra Liguria e Campania. Viste mozzafiato e piatti gourmet che esaltano il territorio tra terra e mare.
L’elenco dei ristoranti con vista mare potrebbe essere lunghissimo. Quando si dice anche l’occhio vuole la sua parte, eccoci attirati oltre che dalla bellezza (e dalla bontà) dei piatti anche da tutto ciò che di bello si può osservare alzando gli occhi dal tavolo. Abbiamo fatto una selezione di ristoranti ad un passo dal mare, di quelli che ti sembra di toccarlo con un dito. Un’ottima occasione per godere della brezza marina, gustando degli ottimi piatti gourmet. Quattro indirizzi che mettono al centro la costa ligure e quella campana e che mantengono tutte le promesse fatte.
A Genova la cucina del Marin, tra grandi classici e salumi di mare
L’itinerario parte proprio dalla Liguria, dove c’è effettivamente l’imbarazzo della scelta. Nel cuore del porto antico di Genova si trova Il Marin, il cui nome ha origine dal vento che soffia dal porto fino all’entroterra ligure e alle Langhe. Al secondo piano dell’Edificio Millo, ha una cucina a vista e un’esclusiva vetrata che affaccia sul mare firmata da Renzo Piano. Il mare è il protagonista dei piatti dello chef Marco Visciola. Pesci poveri, lavorazioni a scarto zero e preparazioni sostenibili.
Lo chef si cimenta nella frollatura del pesce e nella produzione di alcuni salumi di mare, frutto di una ricerca scientifica di sapori, forme e consistenze secondo il Cuomo Method®. Si tratta di un metodo di trasformazione alimentare brevettato da Alessandro Cuomo, che prevede un sistema per la maturazione del pesce a PH controllato, con il Pesciugatore®. Una cucina ligure tradizionale che parte dai grandi classici e si trasforma in contemporanea grazie alla tecnologia. Il tutto con lo sguardo verso la biosfera di Renzo Piano, l’Acquario e la Lanterna all’orizzonte.
Il Nove di Alassio è immerso in uno dei parchi più belli d’Italia
Il Ristorante Nove ad Alassio gode di una posizione più che privilegiata, all’interno di Villa della Pergola Relais & Châteaux e circondato da un parco botanico sul mare, realizzato a fine Ottocento. Un luogo che rappresenta un piccolo gioiello, fiore all’occhiello della zona e dell’intero Mediterraneo. In questa posizione unica con vista panoramica sul golfo, s’inserisce il ristorante guidato dallo chef Giorgio Pignagnoli. I Giardini di Villa della Pergola rappresentano la sua fonte di ispirazione.
Qui ama raccogliere agrumi, fiori eduli ed erbe aromatiche, attingendo per verdure e ortaggi al vicino Orto Rampante, vero esempio di agricoltura eroica. I suoi piatti, dalla spiccata impronta vegetale, puntano ad esaltare al massimo la materia prima proveniente sia dal mare che dall’entroterra. Quella del giovane chef milanese, è una cucina essenziale a tratti influenzata dalle importanti esperienze in Francia e dai suoi maestri italiani, Luigi Taglienti e Claudio Sadler. Gli spazi del giardino, il panorama e la baia sono una cornice perfetta per assaporare la nuova cucina ligure. Quella che non trascura la tradizione ma la rinnova con curiosità e freschezza.
Le Rêve: memoria contadina e design contemporaneo tra i vigneti di Ischia
Un salto in Campania e più precisamente sull’isola d’Ischia per Le Rêve guidato dallo chef Emmanuel Scotti, all’interno di Tenuta C’est La Vie. Il ristorante gastronomico va a completare il progetto di accoglienza dell’azienda vinicola e wine relais. Qui si propone una cucina contemporanea, che mescola la memoria contadina e il territorio con un tocco creativo. Il giovane chef ischitano, classe 1989, vanta esperienze nelle brigate di Nino di Costanzo e Pasquale Palamaro, solo per citare due grandi professionisti che operano sull’isola, ma ha in tasca anche influenze toscane.
Il team in cucina è giovane e molto motivato, per un menu che mixa i sapori di terra e di mare. Piatti con ingredienti tipici toscani come la Faraona e la Cinta senese convivono con il pesce azzurro del golfo partenopeo, il finocchietto selvatico dell’isola, il coniglio di fossa. Da segnalare la particolare vocazione ai profumi selvatici e al patrimonio vegetale. Il ristorante occupa una parte degli spazi della cantina storica, scavata nel 1878 nel tufo verde dell’Epomeo, dove affinano i vini della tenuta. Ovviamente, non mancano i tavoli all’esterno, sulla terrazza dal panorama mozzafiato che guarda la baia di Citara tra i filari e i profumi selvatici dell’isola.
Incastonato tra le falesie della Costa d’Amalfi c’è il Faro di Capo d’Orso
Porta la firma dello chef Andrea Aprea il recente progetto di “fine dining” dello storico ristorante della famiglia Ferrara. Il Faro di Capo d’Orso in Costa d’Amalfi, tra Cetara e Maiori è a strapiombo sul mare, immerso nella macchia mediterranea. Qui lo sguardo si posa su Amalfi e Positano con Li Galli e all’orizzonte sull’isola di Capri. Poco più di venti coperti e un panorama eccezionale per una cucina (a vista) che lo chef Aprea ha affidato a Salvatore Pacifico. Con lui ha elaborato una carta e tre percorsi degustazione, sviluppando un racconto che sa di passato e presente al tempo stesso.
Il progetto vede proposte inedite e piatti iconici di Andrea Aprea come il “Tortello con ricotta dei monti Lattari e doppia concentrazione di ragù napoletano” o il “Risotto al limone”. Spicca la sala curata da Bonny, quarta generazione della famiglia Ferrara, pluripremiato maître e sommelier under 30. Le sensazioni che sa donare la Costiera amalfitana qui si amplificano attraverso il racconto di profumi e sapori, in un contesto in perfetta armonia con lo spazio naturale che lo circonda.
In apertura Il Faro di capo d’Orso: ph credits Aurora Scotto di Minico
a cura di Mariacristina Coppeto
La Nuova Cucina di Mare
Tecnica, innovazione e ricerca in cento ricette con pesci, crostacei e molluschi.
Le migliori ricette di Viviana Varese, chef salernitana ma milanese d'adozione, per celebrare le tantissime specie ittiche che sposano perfettamente paste, verdura, e per azzardare anche il formaggio.
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