L’Italia vince la nona edizione della Coppa del Mondo di Gelateria. Una tre-giorni intensissima che si è tenuta al Sigep di Rimini e che ha visto sfidarsi undici squadre di gelatieri provenienti da tutto il mondo in ben otto prove, per diverse categorie professionali.
L’Italia ha vinto la Coppa del Mondo di Gelateria 2020: la grande gara mondiale, alla nona edizione, è andata in scena al Sigep di Rimini e si è conclusa ieri dopo tre giorni di lavori, presentazioni e tappe intermedie. Grande emozione per il team italiano – composto da Massimo Carnio per la pasticceria, Ciro Chiummo per la scultura del ghiaccio, Marco Martinelli per l’alta cucina e Eugenio Morrone per la gelateria – e per il loro Team Manager e allenatore Beppo Tonon. Una squadra che si è rivelata vincente e ha sbaragliato gli altri undici Paesi in gara: Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Polonia, Giappone, Singapore, Malesia, Argentina, Colombia e Messico.
Il team italiano alla Coppa del Mondo di Gelateria 2020 è stato così premiato dal presidente Giancarlo Timballo. Secondo si è classificato il Giappone e terza l’Argentina. L’Italia porta a casa anche il premio intermedio targato Pregel come migliore vaschetta decorata, conferito alla fine della prima giornata di gara (domenica 19 gennaio), ma anche i premi speciali per estetica (decretato dalla Giuria artistica internazionale) e miglior torta gelato (dalla Giuria internazionale della stampa).
IL TEMA
Il tema scelto dal Team Italia per le diverse prove della Coppa del Mondo di Gelateria 2020 è “I segreti del bosco”: dalla natura silvestre la squadra tricolore ha mutuato e trasformato ad arte colori, odori, sapori, consistenze e suggestioni che hanno incantato la Giuria. Ecco una per una le pièce presentate. “Il mistero nell’erba” è la monoporzione e porta la foggia del frutto del bosco per eccellenza: il fungo. La castagna è il “pane” di questo mondo nascosto e perciò il cuore della composizione. Resa in caldarrosta, è accompagnata dalle note floreali e di caramello della pera Williams matura. E infine, all’improvviso, il ribes con il suo contrasto acidulo. A cornice, semifreddo alla meringa e alla vaniglia. Il fungo è adagiato, come in natura, su un letto di muschio realizzato con una spugna al pistacchio e nasce dalla terra, suggestivamente evocata con un crumble alla caldarrosta.
Si passa poi all’entrée: “La foglia nelle Dolomiti” vede al centro del piatto il gelato al Parmigiano Reggiano, modellato secondo il profilo delle celebri Tre Cime di Lavaredo, attorniato da sfogliatina di patate, pizzocchero al grano saraceno e verza con neve di burro alla salvia, guancetta di manzo fondente alle spezie di montagna, granita di mele e menta, profumo di resina di abete rosso cristallizzata, raccolta da alberi caduti naturalmente da oltre dieci anni. Si arriva poi al momento snack gelato, ispirato ai “Frutti segreti“: in natura, dentro le piccole cose si riflette tutta la magnificenza che c’è intorno.
“Wild” anche gli snack “La ciliegia selvatica“, “La ghianda” e “La mora” presentano al loro interno una trama complessa e minuziosa di consistenze, strutture, sapori e colori che sorprende e dà gioia nella degustazione: nocciola, cioccolati da bianchi a fondenti, mora, ribes nero, amarene, fragoline, sferificazioni, glasse, gelée, ricotta di malga, semifreddo su crumble croccanti, foglie di wafer e sfoglia avvolte da morbido cioccolato.
La torta gelato – premio speciale della Coppa del Mondo di Gelateria 2020 – è “Incanto nel bosco“: un connubio circolare di colori dal verde al rosso scuro, fino al bianco della neve. Tra tutto ciò, due facce in una stessa fetta: da un lato si vede una mora, dall’altro un ciclamino, dettaglio che ha particolarmente colpito sia pubblico che giuria. Il sapore intenso dei lamponi e fragoline di bosco si stempera dolcemente nel gusto di frutta secca del verde pistacchio e nella sofficità del bianco semifreddo di mascarpone e vaniglia. A completare il tutto, la nota di cioccolato finale nel biscuit. Altra prova della gara è stata quella della scultura in ghiaccio: uno splendido cervo, scolpito da Ciro Chiummo, ricavato da un blocco unico e che ha spiccato per precisione e senso dinamico. Non ultima, la prova Mistery Box: con ingredienti a sorpresa, il primo giorno di gara, le squadre hanno dovuto preparare due gusti gelato. Il Team Italia ha così realizzato mascarpone e passion fruit.
Ultimo passo prima della proclamazione, l’allestimento del tavolo di presentazione a fine gara, dove una maestosa scultura di croccante – rappresentante una figura femminile che richiama alla mente Madre Natura – sorregge i tre snack gelato accanto alle altre pièce della gara. Entusiamo e commozione al momento della proclamazione dei vincitori: bandiera tricolore e trofei in alto per il Team Italia.
LA COPPA DELLA… SOSTENIBILITÀ
Oltre all’ambizioso obiettivo della Coppa del Mondo di Gelateria 2020, il team Italia ha voluto cogliere questa occasione per farsi promotore di comportamenti improntati all’ecosostenibilità e al rispetto dell’ambiente, scegliendo di utilizzare solo stoviglie in MATER-BI, da riciclare con il rifiuto organico. L’iniziativa è resa possibile dalla collaborazione di Novamont che ha fornito 60.000 tra coppette e palette in MATER-BI per la degustazione del gelato durante l’intero periodo della manifestazione. Con il marchio MATER-BI Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche interamente italiane, biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI 13432, ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana. Utilizzare stoviglie in bioplastica MATER-BI anziché usa e getta in plastica significa non sprecare risorse destinate ad esaurirsi per prodotti con pochi minuti di vita utile, ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati e quanto ad essi correlato – conferimento in discarica, inquinamento del suolo e dell’aria, emissioni di gas a effetto serra – in favore del recupero di risorse che, una volta lavorate nel processo di compostaggio industriale, si trasformeranno in humus, ottimo per combattere la desertificazione dei suoli, chiudendo così il cerchio della natura in cui nulla è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa. Due risorse così essenziali come acqua e suolo non sono mai state messe tanto a rischio come oggi dalla attività antropica e da uno stile di vita improntato all’usa e getta e alla dissipazione di risorse naturali. “E’ ben noto l’impatto ambientale in termini di produzione di rifiuti e di emissioni di gas climalteranti degli eventi con grande affluenza di pubblico – spiega Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont. Coniugare il momento della degustazione del gelato a comportamenti improntati all’ecosostenibilità significa anche esaltare il concetto della qualità e dell’eccellenza del Made in Italy”.
a cura di Atenaide Arpone
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