Nuovo percorso e nuovo logo per l’iconica viticoltrice che dopo la separazione dai nipoti fonda un Gruppo di famiglia con figlie e marito e punta sulle tre tenute in Veneto e Toscana.
Visibilmente emozionata, circondata dalla famiglia, Marilisa Allegrini a Milano da Identità Golose ha svelato la sua nuova vita professionale e la direzione che prenderà l’azienda, dopo la separazione dai nipoti Francesco, Giovanni e Matteo Allegrini, eredi di Franco Allegrini, e Silvia Allegrini, erede di Walter Allegrini che nei mesi scorsi hanno rilevato la maggioranza delle società veronesi Allegrini e Corte Giara, in Valpolicella.
«Non ho mai amato guardare indietro: la mia visione è da sempre proiettata in avanti. Oggi si apre un nuovo capitolo di un libro che in parte abbiamo già scritto» ha sottolineato.
E quasi a sancire la novità del percorso davanti a lei, ha annunciato al Vinitaly che rientrerà nel Consorzio della Valpolicella, dopo anni di scontri tra Consorzio e Famiglie storiche.
La nuova strada di Lady Amarone
A voler guardare indietro si rimane comunque sbalorditi: più di quarant’anni di esperienza nel settore, un fatturato iniziale di 100 mila euro portato ai 30 milioni del 2023, prima donna del vino italiana a conquistare la copertina di Wine Spectator nel 2017, un soprannome, Lady Amarone, che racconta il suo impegno nel far conoscere quel vino in Italia e all’estero, infine nominata Cavaliere del Lavoro nel 2020.
Lo sguardo in avanti dell’incontro milanese si posa invece sulla nascita del nuovo Gruppo di famiglia di cui sarà presidente e amministratore delegato. Un marchio ridisegnato, chiaro e sobrio, oro su sfondo blu, che porta il suo nome “Perché l’identità resta quella” e un sito web appena lanciato.
Come vice presidenti il marito Giancarlo Mastella, già direttore di Villa Della Torre, e le due figlie Carlotta Mastella Allegrini, Brand Ambassador e, grazie agli studi medici, probabile mente di futuri percorsi di benessere olistico all’interno delle attività di accoglienza e hospitality del Gruppo, e Caterina Sofia Mastella Allegrini, filosofa e classicista prestata volentieri alla direzione marketing e comunicazione.
Villa della torre, Poggio al Tesoro, San Polo
Il new deal di Marisa Allegrini si fonda su tre pilastri, le tre tenute da lei acquistate nel corso degli anni che collegano idealmente due fra le regioni italiane più vocate per la viticoltura, Veneto e Toscana: per ognuna, ci sono ambiziosi progetti futuri.
La cinquecentesca Villa della Torre è l’headquarter del Gruppo, oltre a essere il luogo dedicato all’hospitality di lusso. Tempio della biodiversità, circondata dalle marogne, i tipici muretti a secco, conta 25 ettari vitati, 15 in Valpolicella, a Fumane, 10 in Lugana, a Pozzolengo, e un Wine&Art Relais. Proprio questa tenuta vedrà la trasformazione più grande, grazie all’acquisizione totale del vigneto che circonda villa, e passerà da una produzione di 40.000 bottiglie a 200.000.
L’avamposto di Bolgheri Poggio al Tesoro, fondato nel 2001, è oggi una della più grandi tenute della denominazione, con i suoi 100 ettari totali di cui 64 vitati e una produzione di 550.000 bottiglie.
Infine, San Polo, la tenuta a Montalcino acquisita nel 2007. Sull’omonima collina, in località Podernovi, è una location spettacolare che si estende su 22 ettari complessivi, 16 vitati, di cui 8 per la produzione di Brunello. La cantina è costruita secondo i principi della bioarchitettura per minimizzare l’impatto ambientale.
Il presente e il futuro di Marilisa Allegrini
Il totale attuale delle bottiglie prodotte (ed esportate in 62 paesi) è di 840 mila, distribuite in Italia e all’estero rispettivamente da Pellegrini Distribuzione ed Edoardo Freddi International.
Il nuovo Gruppo Marilisa Allegrini Srl conta su un fatturato di poco più di 10 milioni di euro; cifra che la Ceo intende portare a 20 milioni per il 2028: “Se guardiamo al prossimo quinquennio e consideriamo tutte le progettualità inerenti, anche l’hospitality in Toscana, prevediamo di raddoppiare il nostro fatturato”, dichiara.
Guardare sempre avanti, quindi, ma senza dimenticare la storia: «L’obiettivo è continuare a salvaguardare e migliorare l’arte della produzione vinicola, rispettando la tradizione e abbracciando l’innovazione, come mi ha insegnato mio papà. Farlo insieme alle mie figlie, con il loro sguardo rivolto al futuro e la loro energia, è un sogno che si avvera», conclude.
a cura di Barbara Sgarzi
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