Si è spento all’età di 94 anni Giacomo Bulleri, uomo simbolo della grande ristorazione italiana. Nel 2017 il New York Times intitolava a piena pagina “The man who cooked for Italy”. Giacomo, l’uomo che cucinava per l’Italia, e non solo, dati gli innumerevoli personaggi internazionali che si sono avvicendati per più di sessant’anni nei suoi locali.
Nato a Collodi in Toscana nel 1925, si trasferisce giovanissimo a Torino, dove inizia a lavorare “a bottega” e a carpire i segreti della maestria della cucina italiana. Nel 1958 apre a Milano il suo primo ristorante, Trattoria Da Giacomo in via Donizetti, in cui prende forma la sua visione filosofica di un’arte culinaria che, basandosi sulla tradizione italiana, si arricchisce di spunti ogni volta diversi, avendo sempre come fulcro essenziale la qualità della materia prima. In questo luogo si sono avvicendate figure quali la Callas, Kissinger, Versace, Mondadori, Montanelli, Letizia e Gianmarco Moratti.
L’incontro con l’architetto Mongiardino, avvenuto lì in quegli anni, segna una svolta per un nuovo slancio creativo nella filosofia di Giacomo. Sancisce l’importanza del connubio tra la sua ormai riconosciuta visione della cucina e l’importanza della cura e dell’estetica del luogo che l’accoglie. Due universi distinti che devono dialogare insieme per creare un‘ armonia perfetta. Così dal 2009 sorgono a poco a poco in un connubio fecondo tra la figlia di Giacomo Tiziana e il genero Marco Monti con lo Studio Peregalli, altri ristoranti che, come li definisce il NYT “the most exquisite restaurants in Milan, if not the world”, confermano e proseguono la sua visione. Giacomo in questi luoghi è sempre stato presente. Non era raro quindi incontrarlo intento a osservare ogni dettaglio con spirito critico e scambiare battute sagaci con figure come Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Maradona, Morgan Freeman, Mick Jagger, Madonna, Rania di Giordania diventati ormai amici.
Il carattere di Giacomo e la sua passione per la cucina, con una attenzione maniacale per ogni particolare, che lo portava a redarguire anche negli ultimi tempi i cuochi dei suoi locali senza alcuna concessione, ha portato la sua filosofia a trasformarsi in un universo che si è espanso sul territorio creando altri luoghi di incontro nella città fino a segnare la sua presenza nella sua Toscana, l’anno scorso, nella città d’arte Pietrasanta.
La sua fedele amica Elisabetta Sgarbi nel 2013 ha voluto consacrare la sua filosofia e i suoi luoghi con un libro dal titolo “Ricette di vita”. Il mondo di Giacomo, applaudito e riconosciuto a Milano con l’Ambrogino d’oro e l’insegna di Negozio Storico della Regione Lombardia, continua con passione e maestria attraverso l’opera di Tiziana Bulleri e Marco Monti e rappresenta una sorta di eccezione nel panorama della ristorazione con una gestione che rimanendo saldamente famigliare e italiana ha una forte risonanza nel mondo.
Grande Cucina
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