È stata Patrizia Pragliola, pasticcera di origini napoletane ma di stanza in Abruzzo – dove ha recentemente inaugurato il suo laboratorio Seven Bakery – ad aggiudicarsi la vittoria della terza edizione del pastry contest Mille&UnBabà ideato da Molino Caputo.
Con la sua rivisitazione del babà, chiamata ABBA’ e dedicata al papà recentemente scomparso, la Pragliola ha voluto omaggiare le sue radici campane. Ha infatti inserito una mousse di pastiera nell’impasto tradizionale del babà, riccamente alveolato e aromatizzato con bagna a base di Doppio Arancio, un distillato storico di Giulianova.
La parola ai giudici
«Non ci poteva essere modo più armonioso di questo per inaugurare le competizioni del centenario targate Mulino Caputo» ha commentato l’AD del Molino, Antimo Caputo. «È stata una finale tutta al femminile, dalla quale è emersa una grande professionalità unita a un pregevole senso estetico”.
È stata proprio la professionalità delle concorrenti in gara a colpire il Relais Dessert padovano, nonché giudice della competizione, Luigi Biasetto. «D’altronde si sa, la pasticceria è femmina e le concorrenti sono state all’altezza delle aspettative: hanno dato la giusta interpretazione di questo dolce della tradizione molto complesso da realizzare. Sono state innovative, tenaci e creative; si sono messe i gioco con umiltà e molto più di quanto siano soliti fare gli uomini. Il mio consiglio è quello, però, osare di più, non tanto nell’estetica, tutte le creazioni presentate erano soavi e armoniose nell’aspetto, quanto nei sapori».
Dello stesso avviso l’altro autorevole giudice, il Presidente AMPI Sal De Riso che ha ricordato, con una certa emozione, i suoi esordi nel 1998, legati proprio a una competizione ispirata al Babà. «Quelli in gara erano tutti prodotti ben fatti, equilibrati, eleganti e curati nei dettagli. L’unica cosa che a mio avviso mancava era la nota alcolica che sarebbe dovuta risultare, in un dolce come il babà destinato agli adulti, un po’ più spinta ed accentuata».
Le creazioni in gara
Tra le altre concorrenti in gara, Giusy Persico, pasticcera del ristorante stellato Il Buco di Sorrento, che ha puntato sull’aromaticità dell’agrume sorrentino, presentando Babàrancio, con bavarese allo zabaione, gelatina d’arancia amara, bagna al Cointreau e croccante al caramello profumato alla liquirizia.
Veruska Cardellicchio, di Roma, dove gestisce la gelateria Dare, ha unito le sue due passioni: la pasticceria e la gelateria, presentando un impasto tradizionale ripieno di crema gelato agrumata al profumo di menta e di cremoso al limone, battezzato Gourmandia.
La napoletana Carlotta Garofalo, titolare de La Carlotteria, ha ibridato il suo babà, battezzato Babajito, con note caraibiche e ha realizzato un savarin con bagna al rum, cuore di confit di lime, ganache montata al cioccolato bianco e un extra boost con gel al lime e menta.
Federica Finzi di Palazzo BN di Lecce ha creato un Bab.amburger: un finto panino all’impasto di babà, in cui l’hamburger è sostituito da un semifreddo al cioccolato fondente e le salse (ketchup e maionese) sono state sostituite da una gelatina di lampone e panna alla vaniglia.
Infine la giovanissima Ludovica Faiotto, nell’organico della pasticceria di Denisi Dianin, in provincia di Padova, ha attinto dal paniere dei prodotti identitari partenopei per dare vita al suo Tesoro: un babà classico, con pepite di albicocca Pellecchiella IGP, gel semiliquido al limone Sfusato di Amalfi e rifinito da crema montata al gelsomino e miele.
a cura di Valeria Maffei
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