a cura di Roberto Magro
1959 è l’anno della fondazione di Opera San Francesco per i poveri, la scintilla iniziale scoccata dall’iniziativa di un frate, Fra Cecilio, e di un industriale illuminato.
Un’associazione milanese che fa del sostegno e dell’accoglienza la sua missione. Dai primi anni, come mostrano le foto in bianco e nero di Fra Cecilio che distribuiva la minestra in scodelle, alla realtà di oggi, sono stati compiuti sostanziali passi avanti. La solidarietà organizzata e strutturata, per essere efficienti ed efficaci; alla base di tutto, il vero carburante, sono le donazioni e i volontari, oltre alla buona volontà e all’impegno dei frati cappuccini. A Milano i cosiddetti “frati di Viale Piave” sono quasi un’istituzione, ispirano fiducia e portano molti milanesi a donare vestiti, denaro o parte del proprio tempo libero.
Una doppia mensa (Viale Piave e la recente apertura in Piazza Velzquez), un centro di raccolta e distribuzione abiti, le docce e un poliambulatorio. Nutrirsi, vestirsi, lavarsi e curarsi, azioni quotidiane e indispensabili per ridare dignità a chiunque, per qualunque motivo, sia rimasto escluso. Non importa da dove vengono gli utenti e perché si sono persi, per accedere ai servizi occorre però registrarsi. Opera San Francesco vuole instaurare un rapporto con i propri utenti, perché anche gli aspetti relazionali e l’ascolto aiutano a rialzarsi da situazioni di disagio. Consistenti i numeri: circa 2300 pasti al giorno, 260 persone vestite e 140 curate dal poliambulatorio, 900 i volontari ordinari. Con “Il pane di OSF” il 26 e 27 maggio per il decimo anno consecutivo l’associazione scende in piazza: dieci le città coinvolte, tra Lombardia ed Emilia, oltre 50 i gazebo. Una pagnottella offerta al pubblico, donazione suggerita a partire da 5 euro, importo che garantisce un pasto a un ospite della mensa.
Il pane, elemento simbolico di condivisione, diventa veicolo di solidarietà. Un alimento che racchiude in sè diversi significati: rivalutato dalla ristorazione che ne cura sempre più la qualità nella scelta di lieviti e di farine. Base per infinite variazioni quale contenitore di companatico che assume poi l’aspetto di panino. Qui diventa ponte tra l’associazione e il grande pubblico, come una mano tesa per farsi conoscere e raggiungere le persone, sensibilizzare e raccogliere fondi.
A Opera San Francesco sono soliti dire che “fare del bene è il miglior modo per sentirsi bene, siate egoisti, fate del bene!” e noi non possiamo che sottoscrivere.
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