Superare i limiti geografici e mentali per portare l’italianità nel mondo: Panettone Senza Confini sale a bordo di Costa Smeralda e ci siamo anche noi. Ecco il racconto del primo giorno (e dell'inizio del secondo)
Quando sono stata invitata a far parte della giuria del concorso “Panettone Senza Confini” non sapevo che saremmo stati su una nave. E non una qualsiasi: Costa Smeralda, l’Ammiraglia del gruppo, sembra una città nel porto di Savona. Da qui partirò per la prima crociera della mia vita, un’avventura nel Mediterraneo e qui tornerò dopo una settimana, sicuramente addolcita e più saggia.
Il giorno 1
Il primo giorno si snoda in una serie di formalità per l’imbarco e quando, finalmente, ho il via libera per entrare, è già tutto pronto. Il diciassettesimo piano è di un bellissimo verde e le foto di Bellagio – città a cui è dedicato questo ponte – rilassano la mia ansia da mal di mare. La stanza è linda e luminosa, il bagno da “effetto wow” e il balcone a picco sul mare senza prezzo. È ora di scoprire qualcosa in più sul concorso e incontrare i miei compagni di viaggio.
Perché Panettone Senza Confini?
«Il Panettone è senza confini perché appartiene al mondo intero. Il dolce più discusso e amato, vero simbolo dell’arte dolce tricolore, oltrepassa non solo i limiti della memoria ma anche dell’immaginario». Esordisce con queste parole Iginio Massari nell’incontro di presentazione del contest e, come spesso accade, non si può che condividere.
«Con Costa tutto non ha confini – afferma Roberto Bonomini, delegato Costa Crociere – Le nostre navi portano nel mondo i nostri due valori fondamentali: la sostenibilità attiva e il nostro concetto forte di italianità, declinato anche e soprattutto nel food and beverage. Qui il nostro punto forte, la qualità, si declina in una ricerca continua di materie prime e ricette. Il concorso “Panettone senza Confini” si lega perfettamente a questo concetto».
«Gli orizzonti internazionali di questa edizione ci permettono di fare assaggiare in tutto il Mediterraneo il panettone artigianale italiano» ci racconta Fausto Morabito, ideatore e organizzatore dell’evento, insieme al Maestro Iginio Massari. E il Panettone scelto è quello tradizionale: quello originale, oltre le mode. «Il panettone fatto a regola d’arte, nella sua versione “classica”, ha un disciplinare ben preciso – continua Fausto – ma spesso viene modificato. Pensiamo, invece, che proiettare il panettone nel futuro significhi, prima di tutto, rispettarne le origini».
I primi giurati
Sono saliti a bordo con un compito ben preciso: decretare – insieme al gruppo formato da noi giornalisti e ad una giuria popolare di viaggiatori Costa – il migliore “Panettone Senza Confini”. Durante la traversata, la compagnia si arricchirà della delegazione internazionale, con Thierry Bamas e Paco Torreblanca. Infine, si completerà nel gran finale del 19 novembre a Civitavecchia con Debora Massari, Piergiorgio Giorilli e Vincenzo Tiri. Ma i primi sei componenti della giuria tecnica avranno anche l’opportunità di raccontare se stessi e cosa significhi essere un artigiano pasticcere ai massimi livelli, in una serie di appuntamenti pomeridiani che non mancheremo per nulla al mondo. Ecco il loro primo intervento, fra testimonianze, racconti che ci hanno fatto sorridere e aneddoti che ci hanno svelato gli uomini, oltre la casacca immacolata.
Eugenio Morrone
Il Campione del Mondo di gelateria, in attesa di aprire il suo nuovo locale, sale a bordo con una chicca fuori concorso ma perfettamente a tema: il gelato al panettone. «Il panettone oggi, in gelateria, è un’opportunità di business – esordisce Morrone – perché permette di destagionalizzare il nostro prodotto, che in inverno subisce un calo naturale di vendite». Lo abbiamo incontrato a fine presentazione e ci ha confessato di essere rimasto colpito da cucine e laboratorio di Costa Smeralda. «Sono pazzeschi, sembra di stare su un’astronave – scherza, ma poi torna serio – Sono ancora in una fase di studio, perché è molto diverso produrre qui rispetto al mio laboratorio. Quel che è certo è che ho visto un’ottima brigata, ambienti impeccabilmente puliti e un gelato eccellente, naturale, fatto con pochissimi ingredienti e molta professionalità».
Antonio Brizzi
Il Corporate Executive Chef di Costa Crociere è un uomo che preferisce i fatti alle parole (e lo abbiamo notato nella parmigiana di melanzane, bissata a cena), ma ci conferma la maestosità delle cucine sulla nave: « Sono grandi come un campo da calcio». A questo punto, cercare di visitarle sarà un imperativo, prima di tornare a terra.
Riccardo Bellaera
A Wps 2021 ci aveva prima incuriosito con il suo intervento sul palco e poi incantato, con la simulazione di un perfetto (e buonissimo) dessert al piatto. Un dolce completo e complesso, che il Corporate Chef Pastry e Chef Baker di Costa Crociere ha portato come esempio dell’evoluzione dolce operata sulle navi del gruppo. «Abbiamo rivoluzionato il concetto di alta pasticceria in crociera – dice Bellaera – lavorando con metodo e standardizzando l’offerta su tutte le navi, ogni giorno, per un numero impressionante di viaggiatori».
Davide Malizia
Il Campione del Mondo di Zucchero Artistico ci aveva già conquistato quando aveva vinto il premio “Sucre d’Or 2020” ed è stato un piacere incontrarlo di nuovo. Oltre che in veste di campione e professionista, Malizia si presenta oggi come formatore. Un formatore “senza confini”, perché nella sua Aromacademy (l’unica scuola italiana dedicata esclusivamente alla pasticceria) ospita una selezione d’eccellenza di MOF francesi. «Mi piace dare a chi frequenta l’Accademia la possibilità di avere anche un altro punto di vista – spiega Malizia – Quello della pasticceria d’Oltralpe, ad esempio. In questo modo nasceranno pasticceri più completi, più in grado di pensare a tutto tondo». D’altra parte non è solo un logo comune: non c’è miglior maestro di chi ne forma altri.
Vittorio Santoro e Achille Zoia
Questo ultimo concetto è molto caro e chiaro agli altri due giurati presenti sul palco. Vittorio Santoro – direttore CAST Alimenti – ha ancora negli occhi l’oro conquistato a Lione nella Coppa del Mondo di Pasticceria. Il team Italy si è infatti allenato ogni giorno, per oltre un anno e mezzo, in quella che ormai è conosciuta come “la Scuola dei Campioni”.
In questa scuola, dal primo giorno di lezione, in cattedra c’è Achille Zoia, che cavalca il passare del tempo come fosse John Wayne e che il Gambero Rosso ha definito “il padre del panettone moderno”. Amici di lunga data fra loro e di Iginio Massari, hanno animato la platea del Sanremo Lounge con aneddoti rocamboleschi delle loro avventure fuori-laboratorio. Che non vi svelerò, perché lo sta facendo molto meglio di me il Maestro Massari nella sua autobiografia in volumi, realizzata in collaborazione con il Corriere della Sera e Italian Gourmet.
Una nota prima di dormire
La bontà della parmigiana di melanzane l’ho già menzionata, mentre dei dolci di Riccardo Bellaera avremo modo di parlarne presto. Vado nella mia stanza chiacchierando con i colleghi giornalisti ed è già tempo di dormire. Ma voglio svegliarmi presto domattina e godere dell’alba su Marsiglia “la belle”, che finalmente vedrò dal mare.
a cura di Alessandra Sogni
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