Il rapporto fra Torino e le alte costruzioni, nato nel X secolo con la torre campanaria di Sant’Andrea del Santuario della Consolata (40 m), si è evoluto ininterrottamente fino ai giorni nostri. L’edificio è stato prima superato dalla cupola di San Lorenzo (50 m) nel 1687, dalla Cappella della Sacra Sindone del Duomo (63 m) sei anni dopo, quindi dal campanile di Santa Zita (80 m) nel 1880 e infine dalla Mole Antonelliana (167,5 m) nove anni dopo.
Da qui in poi, in attesa che venga completato il Grattacielo della Regione Piemonte (205-209 m) di 42 piani, nessun edificio ha superato il simbolo di Torino, nemmeno il Grattacielo Intesa San Paolo, che è di 25 cm inferiore.
Qui, dopo tre anni dal completamento avvenuto nel maggio 2013, al Piano 35 è stato inaugurato l’omonimo ristorante in origine capitanato dallo chef Ivan Milani e, due piani più in alto, il cocktail bar guidato da Mirko Turconi. L’avvicendamento degli chef non ha conosciuto confini; dopo 11 mesi dall’apertura è subentrato Fabio Macrì, il quale è stato sostituito nel settembre successivo dall’executive chef Marco Sacco. Dopo la chiusura a dicembre, in concomitanza con il cocktail bar, il ristorante ha riaperto sotto la stessa guida il 3 settembre.
Gli intatti spazi, suddivisi fra la sala interna illuminata attraverso le ampie vetrate e i tavolini ‘immersi’ nella serra bioclimatica, rappresentano una valida alternativa per un pranzo di lavoro o per una cena di alta cucina, in attesa del probabile utilizzo della terrazza con vista per il caffè/amaro con l’arrivo della bella stagione.
La proposta gastronomica è vestita sui desideri e sulle esigenze del pasto. Mentre a cena la fanno da padrone i tre menu Piemonte, Mediterraneo e Piccolo Lago, a pranzo si viene per assaggiare una formula contemporanea che mette al centro l’italianità della cucina e la personalizzazione da parte del cliente.
La carta consente di abbinare – senza alcuna limitazione – almeno due piatti provenienti dalle cinque box, che a fianco riportano il prezzo dei singoli piatti al loro interno: 10 € per scelte come il Puré di patate e uovo barzotto, 14 per antipasti/primi sostanziosi come il Vitello tonnato e la Pasta e fagioli, 22 per portate con ingredienti più pregiati come il Raviolo Torino con mix di tre carni e jus di vitello, e 26 per i piatti di pesce e la Guancia di Fassone al Barolo con puré al Grana Padano.
Il gentile personale porta in tavola il pane a lievitazione naturale – con farina 0 e di farro – e i fragranti grissini stirati a mano del panificio Perino Vesco.
Alcune delle proposte: Spaghettone al Pomodoro, Tagliolini, fonduta di Castelmagno e tartufo, Zucca al forno, gorgonzola e amaretti e Pescato alla plancia, insalate cotte, limone candito. Quattro piatti centrati nei gusti e nelle consistenze, fra i quali hanno prevalso i due primi: gli spaghetti per la perfetta semplicità – grazie alla sapiente dose del San Marzano e alla giusta cottura dello spaghetto – e i tagliolini, per la setosa fonduta, non eccessivamente intensa al palato.
Buona la scelta dei vini, anche al calice: Sauvignon Blanc ‘Castella’ 2018 “Bricco Maiolica” di Diano d’Alba (CN), spumanti brut ed extra dry, Vespolina, Erbaluce e un solo rosso, un dolcetto anch’esso di Diano d’Alba. Il pranzo si conclude con una Frangipane di nocciole, zabaione allo spumante e prugne secche e con l’insolita proposta del maxi Gianduiotto, con la ricetta dello chef e la collaborazione della cioccolateria torinese La Perla.
Info:
Indirizzo:
Grattacielo Intesa Sanpaolo, Corso Inghilterra, 3, 10138 Torino TO
Orari:
Lunedì-sabato: 12:30-14:40; 19:30-22:00
Domenica: Chiuso
Telefono: 011 438 7800
a cura di Alessio D'Aguanno
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