Da una cena da Giolina con Danilo Brunetti e ospite Davide Marzullo di Trattoria Contemporanea racconta il rapporto tra fine dining e pizza.
Può esistere un dialogo tra la pizza, regina della tradizione gastronomica italiana, e il fine dining, che strizza l’occhio alla contemporaneità cosmopolita? Pare di sì, se prendiamo ad esempio la cena che si è tenuta qualche giorno fa a Milano e che ha unito due giovani talenti come Danilo Brunetti, pizzaiolo executive di Giolina e Davide Marzullo, chef 1 stella Michelin del ristorante Trattoria Contemporanea di Lomazzo.
Trattoria Contemporanea è nata in Fabbrica, un campus innovativo per il coworking, sempre aperto, in puro stile statunitense. Marzullo a pranzo sfama con eleganza i lavoratori del Terzo Millennio e a cena spariglia le carte di una cucina mediterranea che guarda al mondo.
Giolina è una pizzeria fuori dagli schemi, in accordo con l’anima milanese e con il cuore di Ilaria Puddu, instancabile creativa e patron del locale insieme a Stefano Saturnino. Giolina è buona tavola, buon bere, buone letture, un pizzico di arte. L’atmosfera è quella di un club privato degli anni ’70.
Non inganni l’estetica: qui si viene per la pizza. Danilo Brunetti, primo pizzaiolo, ne ha create undici, che puntano sulla straordinarietà degli ingredienti, in larga parte provenienti dal sud Italia.
Pomodori di Casa Marazzo, olio extravergine del Frantoio Guglielmi, latticini del Caseificio Barlotti, salumi del Salumificio Santoro e di Casa Graziano: ingredienti di piccoli produttori di eccellenza che accompagnano a meraviglia l’impasto nato dalla farina semintegrale e integrale Petra del Molino Quaglia.
Due locali di personalità così marcata non potevano che incontrarsi per promuovere una cena amichevolmente provocatoria.
Marzullo e Brunetti hanno animato un inedito esperimento di contaminazione tra alta cucina e pizza, nell’ambito del calendario di eventi promossi da Forketters con l’intento di promuovere la condivisione e la convivialità, anche attraverso il dialogo diretto con gli chef e il personale di sala. Sono social dining perfette per avvicinarsi al mondo della ristorazione con un approccio totalmente differente.
La cena a quattro mani ha proposto due portate di Marzullo, cavolo cinese, kimchi e burro di arachidi e Gnocchetto alla marinara, alternate a due pizze di Brunetti, la sua classica Marinara ai quattro pomodori e Ricordi d’estate, creata appositamente per l’occasione.
I quattro piatti in fondo dispongono in modo differente le lettere di un medesimo alfabeto, ottimi ingredienti e pensiero creativo. La buona cucina non ha davvero barriere.
a cura di Redazione Italian Gourmet
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere