È il prodotto italiano, insieme alla pasta, più conosciuto al mondo e anche il più amato. Lo spuntino ideale per il pranzo, anche in panificio, dove la pizza aiuta a “fare cassetto”. E il 9 giugno un evento per promuovere la pizza margherita nei locali e sui social, il #margheritaday
È il prodotto italiano, insieme alla pasta, più conosciuto al mondo e anche il più amato. Lo dice una ricerca Cerved commissionata da AIBI sul consumo annuo di pizza. Lo spuntino ideale per il pranzo, anche in panificio, dove la pizza aiuta a “fare cassetto”. E il 9 giugno un evento per promuovere la pizza margherita nei locali e sui social, il #margheritaday
Secondo le ultime rilevazioni della ricerca Cerved commissionata dall’Associazione Italiana Bakery Ingredients (AIBI), in Italia il consumo pro-capite annuo di pizza artigianale è pari a 7,8 chili, anche grazie all’apporto della panificazione. Accanto ai pizzaioli e ai ristoratori, infatti, va sottolineato il ruolo dei panettieri, con 268,8mila tonnellate, in particolare di pizza alla pala, prodotte. «La pizza piace sempre, a tutte le età, perché, senza rinunciare al gusto, sa reinventarsi, senza pesare sul portafogli. Inoltre, va bene per l’aperitivo, per la pausa durante lo smart working, per un pasto veloce, per la merenda», ha dichiarato Alberto Molinari, presidente di AIBI.
La pizza è un piatto alla portata di tutti
A prepararla ogni giorno, in Italia, sono oltre 36mila artigiani, nell’ambito del “fuori casa”, dividendosi tra bar, pizzerie pure, panifici, rosticcerie, gastronomie e ristorazione di vario tipo. Sul mercato regna ancora la pizza al piatto (65%), ma con la pandemia ha conquistato quote importanti anche l’asporto, con il 35% dei volumi. La consegna a domicilio rappresenta una delle tendenze di crescita per i prossimi anni, come conferma il 50,8% degli operatori interpellati da Cerved.
Molteplicità di impasti non solo di condimenti
Secondo i dati dell’indagine l’impasto più amato è quello classico napoletano, prediletto dalla metà dei consumatori, seguito a distanza da quello romano (21,5%), dalla pizza in teglia (11,1%). Tra le nuove tipologie, si fa apprezzare la pinsa (7,2%). Il 10,1% dei consumi è quello che si potrebbe definire innovativo, per esempio con le pizze multicereali, integrali, con miglio, farro e kamut o senza glutine, con semi di canapa e grani antichi. A sperimentare, sono soprattutto gli artigiani del Centro-Sud.
La pizza è mondiale
È di sicuro uno dei prodotti italiani più conosciuti e realizzati al mondo, lo dimostrano i partecipanti al Campionato del Mondo della Pizza 2023, svoltosi a Parma 18 al 20 aprile. Oltre 700 pizzaioli provenienti da 52 Paesi tra cui: Francia, Usa, Portogallo, Spagna, Ungheria, Brasile, Polonia, Algeria, Cile, Egitto, Finlandia, Giappone, Guatemala, Kuwait, Messico, Principato di Monaco, Paraguay, Polonia, Porto Rico e Repubblica Ceca.
La pizza è sostenibile
Una tema portante della competizione mondiale di Parma è stata la sostenibilità, tant’è che nell’ambito della manifestazione c’è stato un premio speciale dedicato proprio a questo aspetto dal titolo: “La pizza del cambiamento”: i pizzaioli sono stati valutati sulla base della scelta di pratiche sostenibili nelle loro preparazioni. «Quest’anno riveste un ruolo importante il tema della sostenibilità a cui i pizzaioli sono sempre più attenti e da qui la scelta di istituire un Premio dedicato per sensibilizzare all’uso di buone pratiche green in tutta la filiera agroalimentare legata alla pizza. Il Campionato Mondiale della Pizza è diventato un volano nel settore della pizza, dove grazie ai professionisti vengono colti sempre nuovi spunti per identificare e anticipare i trend del mercato. Questo aspetto porta i pizzaioli a ragionare in modo unanime sul settore, quindi non come singola pizzeria o singolo professionista. Ragionare sul futuro, sul mercato e i cambiamenti del settore e farlo insieme è la chiave per rendere sempre più forte il settore di uno dei cibi più amati al mondo». Ha dichiarato, Massimo Puggina, organizzatore del Campionato Mondiale della Pizza. A vincere questa prima edizione del premio “La pizza del cambiamento” è stata Giulia Vicini, una donna, segno che anche a livello professionale stiamo cambiando.
Foto courtesy of Campionato Mondiale della Pizza
#margheritaday
È così amata che il 9 giugno le hanno dedicato una giornata. Non parliamo della pizza in generale ma della regine delle pizze: la margherita. Perché proprio il 9 giugno? Perché si tratta del giorno in cui la coppia la coppia Esposito-Brandi nel 1889 fece assaggiare la pizza alla Regina d’Italia da cui poi prenderà il nome.
I pizzaioli sono chiamati all’appello il 9 giugno in tutta Italia (e non solo) per farsi portavoce della storia della “regina” delle pizze. Le pizzerie potranno iscriversi gratuitamente e scaricare il materiale informativo da utilizzare nel proprio locale. Non solo, tutti coloro che nello stesso giorno ordineranno una margherita in pizzeria, potranno partecipare al #margheritaday postando storie, reel, foto, selfie, ecc.
Margherita solidale
Buona da mangiare, ma anche nell’animo: grazie all’iniziativa #margheritaday verranno donate 990 bustine salvavita ai bambini malnutriti.
Come partecipare al #margheritaday
In pizzeria: fino al 7 giugno tutti i locali che propongono pizza margherita possono iscriversi gratuitamente online e ricevere locandina del #margheritaday, cavallotti per i tavoli e, a conclusione dell’evento, l’attestato di partecipazione. Ogni iscrizione gratuita è un gesto importante: significa partecipare simbolicamente al gesto di solidarietà degli organizzatori, ma anche e soprattutto portare #margheritaday fuori dal web fra i tavoli e i clienti, facendo cultura sulla margherita. Clicca qui per iscriverti e scaricare il materiale promozionale per il tuo locale.
Sui social: il 9 giugno tutti sono invitati a essere presenti sui social network con l’hashtag ufficiale #margheritaday, pubblicare il proprio contributo e omaggio alla margherita; si potrà anche taggare la pagina ufficiale facebook @margheritaday9giugno, le foto più significative saranno ri-condivise.
Non perdete il Panificatore n. 5, vi aspetta un interessante approfondimento a trecentosessanta gradi sul mondo della pizza, anche in panificio.
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