Il valore salutistico del prodotto va comunicato, ma deve far parte di un insieme di valori, per non rimanere un concetto incompleto
Buono e salutistico, due aspetti del nostro lavoro che vogliamo e dobbiamo comunicare ai nostri clienti per far loro comprendere quanti sforzi facciamo per farli mangiare bene. Ci rendiamo conto che i nostri clienti sono sempre più interessati – e si dimostrano molto ben informati – a quello che consumano, ma siamo altrettanto consapevoli che spesso non siamo abbastanza pronti, e neppure informati noi stessi, per comunicare questi valori. Vorrei spiegare questo concetto raccontandovi un breve aneddoto: durante un evento molto popolare, presentai il mio gelato informando il pubblico che era prodotto con latte bio della zona e senza l’uso di additivi chimici. Pensavo di comunicare in questo modo valori importanti a un pubblico colto e abituato a una qualità di vita molto alta, ma una signora si rivolse a me criticando la presentazione in coppette di plastica che a suo dire inquinavano l’ambiente.
A quel punto mi accorsi che la mia opinione su cosa è effettivamente salutistico non era completa: anche la natura e la sostenibilità entrano a far parte di questo concetto e mi affrettai a rifornirmi di incarti bio e contenitori riciclati e riciclabili. Il mio obiettivo era dare il meglio del mio lavoro, ma dimenticavo che altri fattori concorrono a creare nel consumatore la percezione di “sano”. Volevo comunicare al cliente il valore salutistico del mio prodotto, ma trascuravo il fatto che esso deve far parte di un insieme di valori o rimane un concetto incompleto.
Un’opportunità per l’artigiano
La voglia di comunicare la genuinità di un prodotto è un impulso importante. Il nostro lavoro richiede enormi sforzi e meritiamo il giusto riconoscimento, ma non possiamo limitarci a dare per scontato che solo l’artigiano può lavorare con ingredienti freschi e vantarci di fare la spesa al mercato da produttori selezionati, perché questo non basta a permetterci di creare un legame stabile col cliente.
Quando parliamo di proprietà salutistiche, dobbiamo conoscere profondamente gli aspetti legati alla salute ed è importante cercare e affidarci alla competenza di esperti quali dietologi o dottori in chimica alimentare oppure informarci attraverso libri specializzati. Questo ci consente, per esempio, di realizzare le etichette nutrizionali degli ingredienti in modo esatto e comunicarne ai clienti i corretti valori. Poiché il filone salutistico permette di creare un’immagine veramente artigianale del nostro prodotto e di noi stessi e come professionisti siamo in grado di indirizzare il consumatore verso comportamenti alimentari consapevoli e corretti.
Chiarezza innanzi tutto
Sono figlio di contadini belgi e mangiare prodotti genuini è per me naturale. Da quando ho aperto la mia azienda, 12 anni fa, ho fatto dell’attenzione e cura di ogni ingrediente un punto d’onore e lo faccio sapere: anche un bambino può leggere le mie etichette e comprenderne ogni parola.
Quest’abitudine è diventata una prassi per tutta la mia squadra perché è molto importante applicare un metodo di comunicazione chiaro ed esaustivo, altrimenti l’utilizzo di ingredienti naturali sani non sarebbe percepito e se ne perderebbe il valore. L’industria l’ha già capito da molto tempo perché si è accorta che il cliente ha imparato a leggere con attenzione le etichette dei prodotti e a scegliere con cognizione di causa.
Non possiamo restare indietro, dobbiamo adeguarci a questa tendenza e nel momento in cui siamo tranquilli sulla qualità dei nostri prodotti e sulla composizione delle materie prime impiegate, impegnarci a comunicarlo: etichette, lavagne, cartelli sono ottimi strumenti. Anche organizzare piccoli corsi rivolti ai consumatori ci permettono di entrare in sintonia con loro e trasmettere i nostri valori. Ho sperimentato con successo questa formula proponendo sul mio sito web visite programmate al mio laboratorio dietro un modesto pagamento: il cliente assaggia gli ingredienti di base, vede le fasi di lavorazione del cioccolato, assaggia il prodotto finito; oppure partecipa a una lezione pratica di lavorazione e realizza rocher, praline ecc. e sperimenta in prima persona la realizzazione del prodotto.
Spesso l’incontro si conclude con domande che riguardano il tema della salute, sugli ingredienti, come si scelgono, sul vero o falso delle proprietà dei dolci, come conservarli al meglio. La gente è molto interessata e questo scambio di informazioni è positivo: ci permette di comprendere le loro aspettative, creare un legame profondo e valorizzare il nostro lavoro. Infine, non bisogna mai trascurare la formazione del personale perché saranno loro a comunicare correttamente i valori delle nostre creazioni: saranno loro a vendere i nostri prodotti.
(A cura della redazione)
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