Il ricordo della difficoltà a formarsi, ha fatto sì che quando si è trattato di mettersi in gioco, Dario non si sia tirato indietro. Da tre anni si è avventurato a guidare l’associazione panificatori di Como che, dopo molti anni di presidenza ininterrotta, ha vissuto qualche momento di impasse.
So a cosa state pensando: cosa c’è di strano? Ci sono molti colleghi che credono nell’associativismo e ci si buttano anima e corpo… La scelta di Dario, invece, è più che lodevole, è eroica. Decidere di mettersi a disposizione dei colleghi quando si deve gestire un’azienda, è già di per sé una scelta generosa, ma quando si ha una famiglia numerosa come la sua, con un ménage familiare complicato da gravi motivi di salute che coinvolgono i figli, direi che si sfiora l’incredibile. Eppure Dario, nei tanti anni di frequentazione, non ha mai, mai, mai accennato alle difficoltà che lui e il resto della famiglia, in primis la moglie Elena, hanno dovuto superare.
Anzi a una mia precisa domanda ha risposto: “Credo che il lavoro svolto dalle associazioni sia importante sia da un punto di vista sindacale sia professionale, anche se è evidente a tutti che l’associativismo sta vivendo una grossa crisi di identità per la mancanza di fiducia degli iscritti (e non). Capita lo stesso in tutto ciò che si identifica in attività politica in questo particolare momento storico”
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