Era il 1969, quando ho aperto il mio primo forno – racconta Santo Colla – un piccolo panificio in una zona semicentrale. Ma facevo il fornaio dall’età di 11 anni, e chiamarla gavetta non basta. Dopo qualche anno, tanti sacrifici e vicissitudini familiari, ho trasferito l’attività in zona fiera, nello stesso locale che ancora oggi è gestito da mia moglie Anna, un negozio di quartiere dove poco a poco ci siamo fatti apprezzare per la qualità del nostro prodotto e per la serietà del servizio. Poi, otto anni fa, la svolta: a 56 anni, quando la maggior parte della gente comincia a pensare alla pensione, ho deciso che era il momento giusto per ampliare l’attività.
E, da otto anni, il mio lavoro si svolge prevalentemente qui, in viale Jenner, dove, con uno dei miei quattro figli, Angelo, ho trasferito il laboratorio.
Un capannone di 2600 mq, una metà adibito a magazzino e l’altra metà a laboratorio super attrezzato dove, sotto l’occhio vigile di Santo e Angelo, lavorano una trentina di panificatori e 6 autisti partono quotidianamente per consegnare pane e prodotti da forno in tutta la città.
Ci ho messo dentro tutta la mia vita e quella dei miei figli. Un impegno enorme, sia come investimento economico sia come fatica, perché da una produzione di 4 quintali di pane al giorno in otto anni siamo passati a 14. Quando l’ho rilevato, il capannone era in condizioni disastrose ed è stato necessario effettuare una serie di interventi strutturali importante. Inoltre, per allestire uno spazio così vasto è stato necessario acquistare nuovi macchinari, grossi impianti. Ma il locale era l’ideale per realizzare il mio progetto e ne valeva la pena.
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