È nella classifica degli imprenditori più promettenti under 40, arriva da una famiglia che produce vino da generazioni, ma ha scelto di proseguire in autonomia la sua strada nel settore con un’attenzione particolare al tema sostenibilità. Elisabetta Pala, classe 1987, e i suoi vini in giro per il mondo.
Fare un vino che le somigli. Questa l’aspirazione della giovane vignaiola sarda Elisabetta Pala. La grande passione per le vigne e per il vino, ereditata dal nonno, ha dunque radici lontane. Fin da bambina è stata abituata a vivere la vigna, poi una volta cresciuta, complice un’eredità di 40 ettari di vigneti poco lontano da Cagliari, dà vita ad un progetto tutto suo. Nascono le cantine Mora&Memo, è il 2011 e le donne si stanno facendo gradualmente strada in uno di quei settori prettamente maschili. La sua è una storia imprenditoriale giovane, ma con radici solide legate ad una delle grandi famiglie del vino sardo.
Il futuro del vino: sostenibilità e no gender gap
È una convinta sostenitrice dell’introduzione del tema sostenibilità nel mondo della produzione del vino, dove spinge a favore del risparmio energetico e della riduzione del CO2 con atti concreti come l’acquisto di bottiglie più leggere, la selezione di materiali riciclabili come i tappi in vetro e con un minor impatto sull’ambiente, a partire anche dalle etichette. Non è un caso che sulle sue bottiglie, le prime vedono la luce nel 2013, le etichette ritraggano le bandidas, create dalla matita di Katia Marcias. Donne forti, che indossano l’austerità e l’eleganza dei costumi della Sardegna. Simbolo di valori quali capacità e perseveranza, tradizione e spirito di sacrificio, gusto ed entusiasmo tutto al femminile, di cui la cantina di Elisabetta Pala si fa promotrice nel settore. Tra innovazione e memoria, come vede il futuro del mondo del vino? «Un mondo che unisce e non diversifica – specifica l’imprenditrice sarda – un lavoro che premia per impegno e passione, senza questioni legati al gender. Un mondo in cui si lavora per obbiettivi comuni, senza diversità».
I vini giovani di Elisabetta Pala: 80.000 bottiglie tra tradizione e sperimentazione
I Vigneti di Mora&Memo, 40 ettari in totale, sono situati nel comune di Serdiana (sud-est dell’isola) in una zona a forte vocazione vitivinicola. Un’area di verdi colline calcaree a tratti marnose dove la macchia mediterranea e gli ulivi circondano i vigneti. Le esposizioni sono ottimizzate a seconda del vitigno grazie alla natura dei terreni e del loro tratto calcareo e fortemente drenante o argilloso e fresco. «I vitigni coltivati – spiega Elisabetta Pala – sono quelli della tradizione, come Vermentino, Cannonau, Monica e una piccola parte di Sauvignon Blanc, ma non mancano sperimentazioni con Bovale, Nuragus e Nasco. Attualmente produciamo sei etichette, tutte legate a vitigni autoctoni e che non prevedono passaggi in legno come Tino, Vermentino di Sardegna, Ica, Monica di Sardegna, Tino Sur Lie, Vermentino 80% e Sauvignon Blanc 20%, Bo&Co., blend di Bovale e Monica ed È, blend di Monica e Cannonau, per un totale di 80.000 bottiglie che distribuiamo in Italia e all’estero». Qual è il mercato che vi vede maggiormente protagonisti? «Sicuramente quello americano, dove abbiamo grandi soddisfazioni, segue quello europeo che comprende un po’ tutti gli stati membri e poi quello nazionale. La percentuale di distribuzione è 70% estero e 30% Italia». Mora&Memo è un’azienda piccolissima, una realtà artigianale che vede ogni bottiglia accarezzata dalle mani di un team giovane ed entusiasta. Elisabetta controlla direttamente tutte le attività della cantina, dal marketing alla vendita ed è a capo della delegazione regionale Le Donne del Vino. Per fare rete e sostenere quell’evoluzione enoica che fa da apripista partendo da un progetto personale, fare vini giovani e contemporanei.
a cura di Mariacristina Coppeto
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