Intervista al titolare di Scirocco a Catania. Un locale all'interno del Mercato del Pesce cittadino che fa sempre più parlare di sé. Tradizione e qualità al primo posto.
All’interno del Mercato del Pesce di Catania, un piccolo locale è diventato in una manciata d’anni un punto di riferimento per gli amanti dei fritti fatti a regola d’arte e del cibo di strada siciliano. Scirocco, situato precisamente in Piazza Alonzo di Benedetto 7, ha portato nel tempo nella città un nuovo concetto di street food che, pur veloce e golosissimo, guarda anche alla qualità del prodotto e all’innovazione delle tecniche. Insomma si fa contemporaneo.
Dietro questo riuscitissimo progetto c’è il giovane Marco Timpanaro che, proveniente da una famiglia di ristoratori, ha puntato tutto su questo piccolo indirizzo che si sta facendo più grande. L’intervista di Italian Gourmet.
Scirocco a Catania: l’intervista a Marco Timpanaro
Arrivi da una realtà familiare consolidata nel panorama catanese della ristorazione. Perché questa virata verso lo street food?
«È vero, la mia famiglia ha avuto per moltissimi anni un’attività di hotellerie e ristorazione legata alla cucina classica. Un indirizzo di Catania spesso premiato anche delle guide. Lì, dopo gli studi in economia, iniziai a muovere i miei primi passi nella ristorazione. Successivamente decisi, sempre nel settore, di seguire alcuni eventi. Fu in quel momento che iniziai a conoscere guide e tour operator. In molti mi segnalarono una vera e propria esigenza: durante le visite al mercato non erano in grado di far assaggiare ai turisti un po’ di buon street food locale. La ristorazione in quella zona, prima di Scirocco, era relegata a due ristoranti d’antan, spesso fuori target per questioni di tempo o budget. Io non ero particolarmente interessato all’idea di continuare sulla cucina classica e cominciai a riflettere in questo senso»
Quando nasce dunque il progetto di Scirocco a Catania?
«Nel 2015, siamo stati la prima offerta di pesce “veloce” all’interno del Mercato del Pesce di Catania. Si tratta di un mercato centrale molto ampio. La sua posizione strategica non lo limita alla sua funzione di mercato rionale ma, grazie alla presenza di turisti sempre maggiore, lo ha ormai trasformato anche in tappa fissa di visite guidate e non. All’epoca dell’inaugurazione eravamo davvero un piccolo chiosco: 20 mq di locale, cucina a vista e solo take away. Da quando abbiamo aperto siamo diventati in breve tempo un punto di riferimento non soltanto per i visitatori ma per chi semplicemente vuole dell’ottimo fritto ed altri golosi street food di mare. Questo ci ha permesso di strutturarci sempre di più nel corso del tempo»
Quali sono i punti forza del menu di Scirocco?
«La materia prima innanzitutto. C’è ancora il pensiero diffuso che fare street food significhi realizzare qualcosa di rapido e approssimativo. Noi abbiamo davvero, come un ristorante, i migliori ingredienti: pesce siciliano freschissimo, olio Frienn di Olitalia per la friggere. E farina Petra Molino Quaglia che, vista la sua eccellente qualità, fa la differenza anche in un’offerta come la nostra, che non riguarda i lievitati»
Tra le proposte di Scirocco quali sono gli imperdibili che proprio tutti devono provare?
«Il fritto con il pescato del giorno sicuramente. Essenziale nella preparazione: lasciamo che sia il prodotto a parlare. Siamo poi molto noti per le nostre Sarde Beccafico. Rispettiamo la tradizione ma vogliamo dare il nostro tocco personale. Le nostre sarde sono a metà strada tra la ricetta palermitana e quella catanese. Abbiamo conservato la struttura arrotolata tipica di Palermo, che ben si presta da portar via, ma sgrassiamo il pesce con l’aceto, come tipicamente si fa a Catania. E poi c’è il nostro inimitabile ripieno che comprende pinoli, uvette, capperi di Salina e olive verdi dell’Etna. Ancora gli arancinetti di pesce»
Una ricerca attenta che non si limita al cibo…
«Anche le bevande rispecchiano la nostra identità. Le bibite gassate biologiche sono siciliane, le realizza Tomarchio per noi con un’etichetta personalizzata. E poi c’è la birra artigianale, anch’essa siciliana, e il vino dell’Etna di Cottanera»
Un format più che rodato che ti sta dando grandi soddisfazioni, insomma. Hai mai pensato di portare l’insegna Scirocco anche altrove?
«Non stiamo mai fermi. Abbiamo anche lanciano la nostra linea di conserve insieme a Campisi. E posso inoltre dire che c’è tutta l’intenzione di espandersi. Ci sono già delle ottime basi anche per questo»
a cura di Simone Zeni
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