Grande Cucina

Spazio Verdesca a Molfetta: pizze d’autore in un ambiente capace di accogliere

A Molfetta Spazio Verdesca è una certezza nel panorama della ristorazione cittadina.

Merito della grande varietà (e qualità) di pizze proposte da Spazio Verdesca. Ma anche del tocco creativo e meticoloso del suo titolare Salvatore Verdesca.

Proprio a lui abbiamo voluto rivolgere alcune domande per sapere qual è il suo trucco… e la sua storia!

Ecco cos’ha raccontato a Italian Gourmet.

Intervista a Salvatore Verdesca

Salvatore Verdesca

Quando è nato il suo locale Spazio Verdesca?

Nel 2016. Il mio locale è un’evoluzione della mia attività precedente. Era una panificio di quartiere, si trovava sempre a Molfetta, a circa cinquanta metri di distanza. I prodotti e i lievitati che proponevo erano sempre più apprezzati e, col tempo, ho maturato l’idea di far nascere Spazio Verdesca, con un’offerta food completa.

Un’insegna che porta il suo cognome. Come mai questa decisione?

Possiamo dire che Spazio Verdesca è una mia estensione ma anche viceversa. Volevo “marchiare” con evidenza l’insegna con il mio cognome. D’altronde è qui che vivo gran parte della giornata, lavorando su ogni aspetto. Sono il primo che si alza la mattina per “accendere la macchina” e sono l’ultimo che la sera spegne le luci. Ho aggiunto “Spazio” perché mi dava un’idea di accoglienza, in questo ambiente molto grande.

Oltre a lei, chi lavora quotidianamente a questo progetto?

C’è naturalmente il mio staff che mi sostiene ma devo dire che un grande supporto arriva dalla mia compagna Maria Minutillo. È lei che mi affianca e mi sa aiutare sia sul piano lavorativo, tanto al ristorante quanto ai corsi che svolgo regolarmente, che sul piano personale, quando magari sono reduce da una giornata andata storta.

Spazio Verdesca Molfetta

Ha fatto riferimento ad un ambiente molto spazioso, descrivendo il suo locale. Quali altri sono i punti di forza di Spazio Verdesca?

Ho voluto creare un ambiente accogliente, easy, con grande attenzione al dettaglio e alla pulizia. Volevo che, tra luci soffuse a approccio informale, gli ospiti potessero godersi una serata in tranquillità, chiacchierando con una musica di sottofondo al giusto volume. Senza dover gridare per doverla sovrastare.

Come si compone il menu?

È diviso in tre parti: antipasti, pizze e dessert, oltre all’offerta beverage. Gli antipasti sono quattro, due più classici e due più “personali”. Questi ultimi sono quelli più creativi: il Crocché a modo mio, mia interpretazione inusuale del classico crocché, e la Focaccia tostata con parmigiana scomposta. I classici sono il tagliere con affettati e formaggi, e poi l’insalata di polpo, immancabile in questo territorio. Le pizze, su cui puntiamo molto, allo stesso modo, si dividono tra quelle con farciture più tradizionali e quelle più particolari. Il mio impasto è diretto, con lievitazione mista, una miscela di farine particolari Petra – Molino Quaglia. Il risultato è delicato, leggero, sottile. Mi piace che il cliente finisca la pizza senza essere affaticato.

Come seleziona gli ingredienti per le sue proposte?

Mi accerto personalmente del sapore e del risultato finale. Che si tratti di realtà già riconosciute e blasonate del settore o di piccole produzioni, le devo testare e capire se il risultato fa al caso mio. Solo allora entra nella mia cucina. Certamente non posso fare a meno dei prodotti di Petra – Molino Quaglia e di Latteria Sorrentina, così come del prosciutto crudo San Giacomo.

a cura di Redazione Italian Gourmet