Tannico è ormai una realtà consolidata nella vendita online di vino. In soli cinque anni ha già raggiunto numeri di tutto rispetto: oltre 13.000 etichette da 2.500 cantine, nel solo 2017 85.000 clienti hanno stappato alle loro tavole una bottiglia acquistata con un click, per un totale di un milione e mezzo di bottiglie e 11 milioni di fatturato per l’azienda.
Il modo migliore per fare tesoro di tutti questi numeri è tratteggiare tramite dettagliate analisi il profilo del Wine lover, o meglio, i profili, data la varietà dell’offerta nel mondo del vino. I click su Tannico si tramutano in milioni di dati che un’azienda attiva online non può permettersi di ignorare. Ha così visto la luce un’articolata ricerca, realizzata attraverso Tannico Intelligence, un servizio di analisi di mercato fornito da Tannico, presentata in occasione della recente edizione di Vinitaly.
Definito il cliente medio di Tannico, è stato realizzato uno studio che delinea le caratteristiche dell’appassionato di singoli vini comparandolo con il cliente medio; sono emerse tipologie di clienti molto diversi tra loro. Così come differenti possono essere due vini, altrettanto differenti possono essere gli appassionati di Lugana rispetto a quelli dell’Amarone.
Quattordici le tipologie di vino studiate e per ognuna le abitudini di consumo osservate alla luce di variabili quali il sesso, l’età, il reddito o la zona geografica di residenza.
Sono stati tanti i risultati interessanti, alcuni sorprendenti. Non pochi vini parlano soprattutto a un pubblico maschile: Barbera, Barolo e Amarone ad esempio. Altri invece conquistano più facilmente l’altra metà del cielo: troveremo più facilmente signore a sorseggiare Lugana, Alto Adige Bianco e Franciacorta. Tra i vini che solleticano le tasche di un pubblico più abbiente sicuramente Franciacorta, Barolo e Amarone, quest’ultimo con vendite legate anche alla stagione, spopola sotto Natale come regalo che si distingue sotto l’albero. C’è poi il caso, più particolare, del Prosecco: pubblico con reddito medio alto ma attento alla spesa. Verso fasce di reddito più basse fa presa invece il Primitivo.
La canonica suddivisione dello “stivale” tra nord e sud vede spopolare al nord sicuramente vini come Barbera o Prosecco, quest’ultimo giocoforza si caratterizza anche a livello di regionale con grande successo in Veneto. Notevole il caso del Franciacorta che ha avuto un vero boom locale in Emilia Romagna. Nella parte bassa dello “stivale” invece Etna, Aglianico e Primitivo hanno più fan. C’è poi il Barolo che, seppure diffuso al nord, risulta più uniformemente distribuito sul territorio rispetto ad altri vini “nordici”, un rosso che unisce l’Italia.
Il trend delle vendite ci dice che crescono vini come il Lambrusco mentre in leggero calo sono Barbera e Prosecco, quest’ultimo dopo anni di crescita subisce una battuta d’arresto.
Vini e fasce d’età vedono, ai due estremi, da una parte etichette che soddisfano un pubblico più adulto, se non addirittura la fascia dei pensionati, come Alto Adige Bianco, Primitivo, e dall’altra vini che arrivano prima al palato dei millenial, come l’Orange Wine del Friuli Venezia Giulia. Anche qui una sorpresa rispetto alle aspettative è rappresentata dal Lambrusco. Un vino che non solo cresce ma fa presa sui millenial e, pur spopolando nei piccoli centri, è pronto a conquistare le grandi città, un vero vino 2.0.
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