Arriva grazie a Unionbirrai il primo marchio a tutela della birra artigianale italiana. Certamente se ne sentiva l'esigenza in un mercato sempre più attento all'artigianalità e in espansione anche nel nostro Paese.
Unionbirrai ha ufficialmente presentato il primo marchio collettivo per la tutela dei consumatori e dei produttori di birra artigianale italiana. Il simbolo Indipendente Artigianale è già apponibile su bottiglie e imballaggi e assicura le caratteristiche di indipendenza del produttore e di artigianalità del prodotto.
“L’esigenza di creare un marchio che identifichi i veri birrifici artigianali – spiega Vittorio Ferraris, Presidente di Unionbirrai – è nata dal grande incremento nel numero di produttori che c’è stato negli ultimi anni. A seguito di questa crescita e del successo riscontrato sul mercato italiano, i grandi marchi industriali hanno iniziato a realizzare dei prodotti molto simili alle birre artigianali o hanno acquistato alcuni birrifici che quindi non sono più indipendenti. Ecco allora che questo simbolo ci consente di informare correttamente il consumatore, garantendo ai veri produttori artigianali il riconoscimento del loro lavoro”.
Il marchio può essere concesso ai piccoli birrifici indipendenti associati Unionbirrai dotati di codice accisa e deputati alla produzione esclusiva di birra artigianale. Con la richiesta del simbolo le aziende si impegnano a sottoporsi in modo collaborativo alle visite ispettive dell’Associazione, che potrà revocare il marchio in caso di infrazioni.
I birrifici associati UB possono richiedere e utilizzare il marchio gratuitamente, ma è in corso di valutazione la possibilità di concederlo anche ai birrifici non associati, a patto che soddisfino le caratteristiche di indipendenza e artigianalità.
Recentemente l’Associazione ha messo inoltre in cantiere un marchio dedicato ai pub: il Consiglio sta infatti elaborando una targa in ottone che permetterà ai clienti di riconoscere le realtà dove è quotidianamente possibile assaggiare la vera birra artigianale italiana.
a cura di Anna Prandoni e Daniela Guaiti
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