In Thailandia Bangkok è sia anticamera per l’accesso a qualsiasi angolo della Nazione che meta di arrivo. Un compatto agglomerato di persone e nebulose cortine di fumo per metà provenienti dai tuk tuk e per l’altra dai banchetti di cibo degli ambulanti.
Addentrandosi nei labirinti urbani che disegnano le strade, tra le calli di mattoni grezzi dove passato e futuro sono in eterna combutta, dal 2018, sorge il Sorn.
Il ristorante è una chicca incastonata nel cuore pulsante della città, una bella abitazione tradizionale di quasi un secolo fa meticolosamente ristrutturata secondo i canoni art déco.
Il ristorante Sorn e il suo chef
Il suo Chef ex Machina, è Supaksorn Jongsiri, culinariamente ribattezzato “Ice”. Spirito viaggiatore, all’anagrafe nasce nel sud della Thailandia a Nakhon Si Thammarat: un villaggio di pagode che scemano nel blu e verde del paesaggio.
L’indottrinamento alla tradizione è pavloviano; grazie alla nonna paterna che cucinando per tutta la famiglia, instilla nel nipote l’ambizione di creare connessioni profonde attraverso ciò che si serve a tavola. Quello dello Chef è un amore per i sapori del sud intriso di cultura gastronomica locale. Un credo culinario suggellato con quel pellegrinaggio di due anni per le 14 province della Thailandia meridionale.
L’immersione nell’apprendimento delle tecniche di cucina è totale. Nel suo viaggio Jongsiri interpella contadini, pescatori, pastori e ristoranti locali chiedendo loro di insegnargli le preparazioni più antiche come la sbramatura del riso mediante una stufa a carbone.
Su queste premesse, poggia il Sorn ormai assorto come uno dei tabernacoli della gastronomia mondiale il cui accesso è riservato ai cultori del cibo dotati di pazienza e perseveranza: prenotare un tavolo è ormai tra le operazioni culinarie più difficili da portare a termine.
Merito del successo è la preponderante filosofia dove la tradizione occupa un posto d’eccellenza.
Menu e servizio
Tuttavia, attraverso i suoi piatti, Ice promette un’innovazione perpetua della tradizione e della cultura Thai. L’Alta cucina diventa quindi più che fare da mangiare con materie prime eccelse e tecniche ineccepibili. Piuttosto trasla in movimento culturale, un’indagine antropologica dove si racconta l’origine dell’uomo, dove è stato, quali percorsi ha battuto. Una summa delle esperienze di vita.
Da qui, alla creazione di un menu da antologia, il passo è (naturalmente) breve.
Al Sorn bisogna aspettarsi un servizio ineccepibile e puntuale. Il primo quesito che viene posto ai commensali è quanto siano in grado di tollerare il piccante in preparazione al caleidoscopio di spezie trovate nei piatti. È il tono del piccante a dominare la scena, come la cucina Thai insegna.
Fanno parte di quella suddetta indagine gastronomica le 24 portate proposte nel percorso: celeberrimo il Khao uum, un’insalata di riso tradizionale preparata al tavolo e rimaneggiata in ottica gourmet.
Proverbiale l’aggiunta di riso al gelsomino, citronella e cocco tostato, fagioli alati, infine irrorato con un condimento aromatico a base di brodetto di interiora di pesce. Il curry verde è paradisiaco, L’omelette con Gamberi Tiger scalogno e basilico dolce la ricorderete a lungo.
Vale il viaggio.
a cura di Alberto Cauzzi
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