Una vendemmia confortante: meno uva in generale per l’Italia, rispetto alle medie storiche, ma una qualità attesa buona, con punte di eccellenza.
L’indagine vendemmiale, realizzata attraverso un mix di metodologie adottate da Assoenologi, Unione Italiana Vini e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), ci parla di un +7% sui valori del 2023, ancora distante dalla media produttiva dell’ultimo quinquennio (-12,8%) ma comunque in positivo, nonostante alcuni fenomeni climatici estremi.
La vendemmia 2024 nel Chianti Classico
Com’è stata la vendemmia 2024 nei sei comuni del Chianti Classico? Il presidente del Consorzio Giovanni Manetti, appena confermato alla sua guida, ricorda un inverno con piogge regolari e un maggio e giugno freschi e piovosi; grazie a queste piogge, il terreno è ricco di riserve idriche, che gli hanno permesso di sopportare la calura estiva. La previsione, quindi, è per una bella vendemmia, anticipata solo lievemente, con alta qualità e un ritorno alle medie di produzione consuete per la denominazione.
Per vedere questa vendemmia da vicino, siamo andati in una delle zone più rappresentative e storiche della produzione enologica italiana, il Chianti Classico. L’aggettivo storica non è usato a caso: il Chianti Classico è la prima al mondo ad essere stata definita per legge, con un bando del 1716 del granduca di Toscana Cosimo III che specificava i confini delle zone entro i quali potevano essere prodotti i vini. A cavallo tra le province di Firenze (30.400 ettari) e Siena (41.400), ne fanno interamente parte i comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti. Parzialmente, invece, i comuni di San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle.
Tenuta Perano
Ci troviamo proprio a Gaiole in Chianti, un gruppo di giornalisti che di vino parlano e scrivono ma forse raramente hanno avuto l’occasione di lavorare in vigna, ospiti della Tenuta Perano di Marchesi Frescobaldi, una delle nove realtà produttive del gruppo in Toscana. Abbigliati come vendemmiatori professionisti, istruiti dal direttore della tenuta Gianni Luchini, abbiamo vendemmiato un paio di filari – i grappoli di Sangiovese sono splendidi, fitti e sanissimi: promettono bene – del cru Rialzi, eccellenza produttiva della tenuta. “Grazie all’altitudine delle vigne, durante la fase di maturazione i vigneti di Tenuta Perano hanno approfittato di temperature estive alte ma mai estreme, sempre alternate a notti fresche. Questa escursione termica ha promosso condizioni di grande qualità per la maturazione del Sangiovese”, spiega Luchini.
La tenuta, nel cuore del Chianti Classico, è stata acquisita nel 2017, con un’asta; già nel 2014 Frescobaldi aveva preso in gestione la quasi totalità degli ettari, circa 250, di cui 92 di Chianti Classico esposti a sud. Le altitudini importanti, comprese tra i 400 e i 500 metri e una posizione invidiabile, ad anfiteatro naturale, con buone pendenze e terrazzamenti ne fanno un luogo ideale per l’espressione del Sangiovese.
La produzione, tutta da uve raccolte a mano, comprende un Chianti Classico DOCG, un Chianti Classico Riserva DOCG affinato per 24 mesi in botte grande e, nel 2019, la prima annata del cru Rialzi 2015 Chianti Classico Gran Selezione DOCG, affinato oltre 36 mesi, di grande eleganza e struttura. Degustato, dopo le fatiche della vendemmia, in una verticale d’eccezione in compagnia dell’enologo di Frescobaldi, Nicolò D’Afflitto.
Anche se forse il modo migliore per assaggiarlo è a tavola. Un vino eccezionalmente gastronomico, il Chianti Classico: si accompagna alla perfezione con i prodotti del territorio creati in questo caso dallo chef dell’Osteria Perano, affiancata alla tenuta. Carni e salumi di cinta senese, ragù rossi e bianchi, formaggi sapidi e saporiti e gli immancabili funghi. Una sorpresa a chiudere il pasto: il gelato condito con sale, pepe e un filo di olio Laudemio.
a cura di Barbara Sgarzi
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