Un viaggio enologico tra Noto, Vittoria e Pachino. Per scoprire i migliori rossi e bianchi della Val di Noto con il nostro sommelier Daniele Sottile.
Intensa, focosa, immensa. Questa è la Sicilia. La più grande isola del Mediterraneo, più grande di alcune nazioni del nord Europa.
Tanti territori così diversi tra loro racchiusi in un tripudio di flora e fauna unici al mondo, terra di eccellenze enogastronomiche.
Pensando a questo enorme “triangolo” di paradiso è inevitabile immaginare quanta storia e culture diverse abbiano attraversato luoghi come Siracusa, Ragusa e Catania e altre città del versante sudorientale. Ma è proprio tra le province delle due città più a sud est (Siracusa più a oriente, Ragusa situata nella zona più meridionale) che troviamo la patria e il trionfo del barocco: la Val di Noto.
Val di Noto: le diverse varietà vitivinicole
Qui nascono grandi vini da vitigni (non solo autoctoni) legati indissolubilmente al loro specifico terroir. Grandi passiti da Moscati (o Zibibbo) e da Malvasie (quelle delle Eolie le più famose), super bianchi che stanno emergendo per qualità e tipicità, autoctoni (Grillo, Inzolia, Catarratto, Carricante, Grecanico) o internazionali, in primis Chardonnay, ma anche rarità come Viognier.
È con i rossi però che scopriamo un incontrastato livello di qualità (e ottimo rapporto prezzo).
Tra gli autoctoni prodotti esclusivamente in questa regione troviamo il Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, insieme ad alcune chicche come il Perricone, detto anche Pignatello.
Nel sud est della Sicilia si trova poi l’unica D.O.C.G. siciliana ed è un rosso: il Cerasuolo di Vittoria. Le uve protagoniste sono il Nero d’Avola e il meno diffuso, ma sempre più apprezzato, Frappato.
Noto, Vittoria, Pachino
In questo specifico territorio si producono grandi monovitigni, molto spesso con impianti ad alberello, che a volte prendono il nome dalla contrada su cui le vigne vengono allevate: Maccari, Bufaleffi, Baroni, San Lorenzo.
Il crocevia che dà vita ad immensi Nero d’Avola e non solo.
Alcuni produttori che vale la pena conoscere (e i cui vini degustare) sono Feudo Maccari, non distante da Pachino, che con il loro Saia (Nero d’Avola) e il Maharis (Syrah), dimostrano sapientemente come creare nettari sopraffini.
Tenuta Palmeri, unica azienda produttrice di vino ad Avola, (già avete letto bene!), davvero una sorpresa il loro Rosso ottenuto da vitigni internazionali Cabernet, Sauvignon, Syrah, Merlot.
E per finire l’azienda agricola Gulfi, situata a Chiaramonte Gulfi in provincia di Ragusa, nel cuore dei monti Jblei. Strepitoso il loro SanLorè, 100% Nero d’Avola.
Alla prossima puntata…
Nel prossimo articolo appuntamento con “L’altro Alto Adige”. Dall’estremo Sud, all’estremo Nord. Visiteremo virtualmente alcune delle cantine più importanti di questo territorio così diverso dagli altri e così ricco di prodotti di altissima qualità.
a cura di Daniele Sottile
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