“Warda è l’antico nome longobardo da cui deriva il toponimo Garda. Deve la sua origine alle fortificazioni di avvistamento con funzioni difensive sulle colline che circondano il lago. Gli stessi rilievi su cui da secoli si coltiva l’olivo”. Così Laura Turri, vice presidente del Consorzio Olio Garda Dop, nonché titolare (insieme ai fratelli) dell’omonimo frantoio di Cavaion Veronese, spiega il significato di una manifestazione come WardaGarda – Il Festival dell’Olio del Garda nel suo Entroterra. Che il 3 e il 4 settembre va in scena, per la sua prima edizione, proprio in quel di Cavaion. A Corte Torcolo, per la precisione, sede del consorzio.
Una due giorni capace di puntare i riflettori sull’oro verde del lago. Ma anche un’occasione per condurre il pubblico sino al cuore della produzione, come ben sottolinea il presidente Andrea Bertazzi. Pronto a partecipare alla tavola rotonda che dà il via alla kermesse. Il titolo? “Olioturismo, forme e percorsi dei nuovi turisti”, moderata dall’esperto oleologo Luigi Caricato e preziosa della presenza di Leandro Luppi, chef del ristorante stellato Vecchia Malcesine (e pure della Locanda Moscal di Affi). Giusto per capire le nuove rotte dei foodies extravergini.
Appassionati che durante il fine settimana possono pure cenare con le specialità del territorio; acquistare i prodotti tipici, come l’aglio polesano e il riso vialone nano; nonché partecipare allo showcooking del mastro macellaio Bruno Bassetto, noto bechèr trevigiano. E per gli appassionati d’arte: le illustrazioni griffate Valerio Marini, dedicate alle donne dell’olio.
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